Papà uccide il figlio: «Una disperazione inaudita, oggi l’autismo si affronta»

TREVISO. «Sono annichilito, distrutto, non può essere vero. È una vicenda allucinante, che deve farci riflettere tutti, un bambino di due anni...Non posso pensare che a una disperazione totale, quel padre non ha saputo trovare il minimo appiglio, un ancoraggio che pure oggi la ricerca e la rete dei servizi danno».
Mario Paganessi è il presidente della Fondazione Oltre il Labirinto, onlus che associa le famiglie di bambini e ragazzi autistici. E d è impegnato nel settore da quando ha ricevuto la diagnosi per suo figlio, moltissimi anni fa.

La notizia della tragedia di Castello di Godego arriva a Paganessi nel giorno in cui suo figlio compie 19 anni. E il presidente della onlus resta per qualche minuto quasi senza parole. Poi, con fatica, si riprende.
«Per chi come me ha un figlio autistico il dolore è doppio.... davvero si fatica ad accettare una tragedia del genere, a una vittima innocente...» continua, sconvolto, «posso solo pensare a una disperazione del padre così profonda da non fargli intravedere alcun futuro. E certo ha saputo tenerla così dentro di sé, al punto da non farla nemmeno intuire a chi gli stava vicino. Anche per questo voglio rivolgere un messaggio di fiducia a tutte le famiglie che devono affrontare questa sindrome dei loro figli: non chiudetevi, rivolgetevi all’Usl, alle associazioni come la nostra, oggi è veramente possibile intervenire e ottenere risultati tangibili e concreti».
Nella Marca sono centinaia e centinaia casi di bambini (i dati dell’osservatorio nazionale, creato da Ministero e Istituto superiore di Sanità parlano di un caso ogni 77 come media italiana, e una netta maggioranza di maschietti, più del quadruplo delle bambine). A cui vanno aggiunti i ragazzi e i giovani adulti. Nella nostra provincia, adesso, operano ben 16 associazioni o enti sul fronte di questo disturbo, fra cui La Nostra Famiglia.
«Quando mio figlio aveva 2 anni, nei primi anni Duemila, non c’era nulla di quello su cui oggi le famiglie e i bambini con disturbi nello spettro dell’autismo possono contare. E parlo di diagnosi precoce, di rete di servizi, di opportunità abilitative un tempo impensabili», continua, «Adesso il disturbo dell’autismo è stato sdoganato, penso a Elio e suo figlio, ad altri casi illustri. Soprattutto qui a Treviso siamo all’avanguardia nazionale: esperti e specialisti, centri che sono riferimenti per mezza Italia, sinergie pubblico private, rete che funziona. E proprio la diagnosi precoce, che adesso arriva fra l’anno e mezzo e i 2 anni, ha aperto possibilità nuove, interventi efficaci, risultati concreti».
La diagnosi fa scattare la presa in carico, che è duplice: da un lato gli specialisti, i neuropsichiatri infantili, che si attivano per i bambini colpiti dal disturbo (in realtà diversi, non a caso di parla di spettro dell’autismo) dall’altro il sostegno degli psicologi e delle strutture alle famiglie.
«Non è facile», conferma Paola Masutti, psicoterapeuta impegnata con i genitori, «Ma è essenziale l’impegno su entrambi i fronti. L’obiettivo è dare ai genitori il supporto morale psicologico e anche materiale, perché le terapie sono intensive, si arriva anche a 35 ore la settimana. Questo comporta un altro problema non indifferente, il costo, anche se la regione intervenire coprendo una parte della spese, ed è già un passo avanti rispetti al passato». –
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