Pascale: «Dura reggere il ritmo di Silvio»

PADOVA. «Reggere il ritmo di Silvio? Dura, è molto dura. E non solo in campagna elettorale, lui fa mille cose, non si stanca mai...». Con i suoi tacchi a spillo, la giacca rosa confetto e il vestito–pantalone di seta bianco, Francesca Pascale è di una strepitosa eleganza e fa i conti con il ménage imposto dalla sfida elettorale. Costretta a dormire in letti separati nelle suite di lusso a Bari, a Savelletti di Fasano in Puglia e a Napoli, la compagna del Cavaliere arriva a Padova con Maria Rosaria Rossi e Alessia Ardesi: Dagospia le ha definite il «triangolo delle tre badanti», lei sale trafelata le scale del palazzone di FI e incrocia Enrico Hüllweck, ex sindaco di Vicenza. Si salutano con affetto: «Sono stata la sua assistente parlamentare in commissione Cultura quand’era deputato», dice la Pascale, che poi ricorda il debutto in politica: «L’ho fatto a 16 anni nel coordinamento regionale in Campania, lì ho avuto i miei primi problemi da militante, poi sono triplicati». E di Vincenzo De Luca, «silurato» in Cassazione che sfida Stefano Caldoro, che opinione si è fatta Francesca Pascale? «Ho un pessimo giudizio. Se Berlusconi avesse fatto le stesse cose di De Luca sarebbe stato crocifisso, lui è un candidato che ha amministrato male Salerno e detesta i napoletani. Anche se io fossi stata una donna di sinistra, non lo avrei certo votato: è davvero impresentabile».
La conferenza stampa è finita. Silvio Berlusconi sta per salire in auto per raggiungere la piazza e i fans lo assediano, lui firma autografi e cambia registro: dopo la politica, il calcio e le donne. «Se Ancelotti allenerà il Milan? Ci stiamo provando. La squadra mi costa un occhio della testa e se non vinci non hai soddisfazioni. Il Milan mi fa spendere molti più soldi delle donne....». Con una raffica di battute cancella la gaffe di Porta a Porta: «Caro Fede», ha detto a Bruno Vespa, il peso dell’età si fa sentire, si è difeso Silvio. Poche ore dopo lo show in tv, in piazza dei Frutti a Padova ha fissato l’asticella: «se vinciamo in Veneto, Campania e Liguria, Renzi va a casa». Sono le 13,20 e la kermesse sta per finire. Niccolò Ghedini si avvicina al Presidente e in auto raggiungono il «Belle Parti» per una colazione. Al tavolo siedono l’avvocato-senatore Ghedini con la moglie Monica e Piero Longo, deputato e avvocato; il senatore Marco Marin e Renato Brunetta, speaker di Fi a Montecitorio. E poi Debora Bergamini, la portavoce del partito; Rosaria Rossi, Alessia Ardesi e Francesca Pascale. Questo «cenacolo» che spesso si ritrova pure ad Arcore, ha deciso il patto con la Lega di Salvini in Veneto: Forza Italia è in declino, ma è pronta a risorgere trascinata dall’energia del cerchio magico di Silvio. «Il nostro leader spunterà non da un cavolo ma da un roseto» e tra i petali spuntano i volti di Mara Carfagna e Francesca Pascale. Si brinda al successo di Luca Zaia. Poi Silvio parte in auto per Genova: anche Giovanni Toti può vincere. (r.r.)
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