«Patrimonio di Zigliotto a rischio»

Bpvi, perché il Riesame conferma i sequestri: nel mirino il fondo con il compagno
Vicenza 28 09 15 VI Ass. Gener. Confindustria L'Incompresa con F. Guidi, G. Squinzi, G. Zigliotto, L. Zaia, R. Rosso conduce N. Porro © Vito T. Galofaro - Vicenza 28 09 15 VI Ass. Gener. Confindustria L'Incompresa con F. Guidi, G. Squinzi, G. Zigliotto, L. Zaia, R. Rosso conduce N. Porro © Vito T. Galofaro - fotografo: Vito T. Galofaro
Vicenza 28 09 15 VI Ass. Gener. Confindustria L'Incompresa con F. Guidi, G. Squinzi, G. Zigliotto, L. Zaia, R. Rosso conduce N. Porro © Vito T. Galofaro - Vicenza 28 09 15 VI Ass. Gener. Confindustria L'Incompresa con F. Guidi, G. Squinzi, G. Zigliotto, L. Zaia, R. Rosso conduce N. Porro © Vito T. Galofaro - fotografo: Vito T. Galofaro

VICENZA. Il sequestro è legittimo perché gli atti compiuti dall’ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto rischiavano di disperdere il patrimonio personale e, conseguentemente, le garanzie per i creditori. In particolare la creazione di un fondo in cui è stata conferita la villa di Longare e i terreni attigui, è avvenuta in un “periodo sospetto” quando l’inchiesta su Bpvi era già avviata e quindi l’ex consigliere poteva prevedere ripercussioni a suo carico.

È una delle motivazioni con le quali il tribunale del Riesame di Vicenza ha bocciato il ricorso della difesa contro i sequestri conservativi promossi dai risparmiatori. In un provvedimenti corposo, di 70 pagine, il giudice Antonella Toniolo si sofferma su tutti gli argomenti avanzati dai legali di Zigliotto (studio Manfredini) e conclude confermando i sigilli posti dagli ex soci con l’avvocato Michele Vettore, in base all’ordinanza del gup Roberto Venditti. In un’altra sessantina di pagine, il Riesame conferma altresì i sequestri dei beni al compagno di Zigliotto, Matteo Vigolo (estraneo al processo).

Il Riesame, dunque, analizza il ruolo dell’ex consigliere Bpvi e sostiene la sussistenza del nesso tra la condotta tenuta e il danno, ripercorrendo al riguardo le contestazioni della Procura anche in base alle condotte censurate da Consob. Emerge così, tra le altre cose, che Zigliotto in qualità di ex presidente del Comitato Reclami, avrebbe sottovalutato le contestazioni sulle cessioni di azioni (una spia delle irregolarità in corso). Ancora: il nome di una società da lui controllata (Zeta srl) e quello del fratello figuravano nell’elenco stilato dall’Internal Audit con riferimento alle posizioni finanziate.

La difesa ha contestato il sequestro della villa di Longare: non era stata “nascosta” ai creditori - hanno rilevato i legali - ma inserita in un fondo patrimoniale creato da Zigliotto a tutela delle esigenze della sua famiglia; famiglia nata dall’unione civile col compagno Vigolo. Ma per il Riesame c’è «un elemento dissonante» in tale operazione: «l’aspetto storico in cui l’intera vicenda si è collocata». I due si uniscono nel settembre 2016, il fondo viene creato il mese dopo: a quell’epoca, sottolinea il giudice, l’inchiesta Bpvi era ben nota ed era «prevedibile il successivo processo penale e la formalizzazione di consistenti richieste di risarcimento danni da parte del ceto creditorio danneggiato dalle operazioni bancarie». Inoltre i due non risultano affidatari di prole convivente: «Ciò che avrebbe maggiormente concretizzato e attualizzato le generali esigenze giustificative del fondo». Confermato anche il sequestro dell’immobile di Ravenna, trasferito da Zigliotto all’ex moglie. Per la difesa era un passaggio legato al divorzio e corrispondente al milione di euro che l’ex presidente Confindustria avrebbe dovuto versare. Per il giudice, invece, è una dissmulazione.

Intanto la Corte d’Appello di Venezia ha confermato la multa Consob a carico di una quarantina di ex vertici Bpvi - complessivamente 4 milioni di euro - che aveva fatto ricorso contro le sanzioni.

Sabrina Tomè

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