«Pedofilia, la Cei apra gli archivi»

Sul blog di Grillo la lettera inviata al Papa dalle vittime degli abusi
Papa Francesco in partenza dall'Aeroporto FVG - Ronchi dei Legionari, Trieste, 13 settembre 2014. ANSA/FABRICE GALLINA/UFFICIO STAMPA REGIONE FRIULI ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++
Papa Francesco in partenza dall'Aeroporto FVG - Ronchi dei Legionari, Trieste, 13 settembre 2014. ANSA/FABRICE GALLINA/UFFICIO STAMPA REGIONE FRIULI ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

VERONA. «L’istituto ecclesiastico Antonio Provolo di Verona ha garantito per oltre un secolo un futuro migliore ai bambini sordi e muti, sostenendoli negli studi e nell'inserimento al lavoro, ma in quell'edificio sono avvenuti episodi terribili: preti e fratelli religiosi hanno abusato sessualmente di oltre 60 tra bambini e bambine vissuti nell'Istituto. Ora, più di trent'anni dopo, le vittime hanno trovato la forza di denunciare i fatti accaduti. Gli abusi di cui parlano sarebbero proseguiti per almeno trent'anni, fino al 1984». È quanto si legge sul Blog di Beppe Grillo, che ospita la denuncia dell'associazione e la lettera inviata a papa Francesco nel 2013. «Come preannunciato è nostra intenzione chiedere i risarcimenti. Il primo passo», prosegue l'Associazione, «sarà a Bruxelles presso la commissione per i diritti umani assieme a Survivor's Voice. Nel dicembre 2013 abbiamo scritto una lettera al Papa per chiedere che la Cei aprisse i propri archivi, dove sicuramente sono depositati moltissimi casi, oggi sconosciuti».

«Caro Papa Francesco», scrivono, «siamo un gruppo di ex allievi dell'Istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona, che nel 2009 hanno denunciato sulla stampa, dopo tre anni di contatti infruttuosi con la Curia di Verona, gli abusi subiti da preti pedofili dell'Istituto, per evitare che ad altri bambini accadesse quello che è successo a noi. Subito siamo stati accusati dal vescovo di Verona, che da un anno e mezzo era al corrente dei fatti, di essere dei calunniatori. Nel 2010 il Vaticano ha chiesto alla Curia di istituire una commissione d’indagine con il compito di ascoltare i sordi vittime di abusi. Nel 2012, dopo la chiusura dei lavori della commissione, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ammesso gli abusi sui piccoli sordomuti e da calunniatori siamo tornati a rivestire, per l'opinione pubblica, il ruolo, non ricercato, delle vittime. Nonostante questo siamo stati lasciati soli. Nessuna solidarietà dalla Curia e dalle istituzioni ci è pervenuta».

«Le sue recenti dichiarazioni», continuano nella lettera inviata al Pontefice, «volte a far emergere il fenomeno delle violenze sessuali sui minori che hanno visto come tristi protagonisti dei membri del clero, ci hanno spinto, quasi incoraggiato a scriverle. Abbiamo pensato allora alle possibili, terrene, risposte al problema che più ci sta più a cuore: nessun bambino deve più subire quello che abbiamo sofferto noi. Un po’ temerariamente quindi approfittiamo di questa, per suggerirle una operazione già attuata dalla Chiesa in altri Paesi: promuovere anche in Italia, una commissione indipendente che faccia emergere i numerosi casi ancora sottaciuti del fenomeno. Sarebbe, per quanto ci sembra, una operazione ecumenicamente positiva: le vittime delle violenze potrebbero finalmente liberarsi in quell'ambito di un segreto vissuto come vergognoso per anni, e riprendere una vita terrena meno difficile e rancorosa; la Chiesa, nel contempo, sanerebbe concretamente e in positivo un debito di verità con una realtà tanto tragica quanto, finora, negata».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova