Perché è in calo la domanda di badanti e colf in Veneto

Tra il 2021 e il 2024 il lavoro domestico in Veneto cala a 62.500 occupati, il livello più basso in dieci anni. Predominano donne straniere, ma cresce la presenza di italiani (28%). Le nuove assunzioni 2024 raggiungono 31.600. Tutti i dati 

Lavoro domestico in Veneto 2024: in calo il numero dei badanti
Lavoro domestico in Veneto 2024: in calo il numero dei badanti

In Veneto il lavoro domestico continua a diminuire, nonostante l’invecchiamento della popolazione lasciasse immaginare una domanda in aumento. Nel 2024 i lavoratori con contratto regolare sono stati circa 62.500, di cui 35.700 badanti e 26.800 colf: è il livello più basso dell’ultimo decennio, lontano dal picco registrato nel 2021, quando gli occupati erano arrivati a 77.300.

Il calo

Il calo segue l’impennata registrata durante la pandemia, quando l’emergenza sanitaria aveva spinto molte famiglie a richiedere più assistenza e a regolarizzare rapporti informali. A fotografare la nuova flessione è un approfondimento dell’Osservatorio regionale sul Mercato del Lavoro, – QUI TUTTI I DATI -che descrive un settore composto essenzialmente da due profili: badanti, impegnati nell’assistenza a persone non autosufficienti, e collaboratori domestici, occupati nelle attività quotidiane della casa.

La presenza femminile rimane schiacciante (93%), con una larga maggioranza di lavoratrici straniere provenienti dall’Est Europa. Il lavoro domestico resta infatti una delle principali porte di accesso al mercato del lavoro per molte donne migranti, sostenute da reti comunitarie consolidate che facilitano la relazione fiduciaria con le famiglie.

Più italiani impiegati nel settore

Parallelamente, cresce il numero di italiani impiegati nel settore: erano 14.800 nel 2015 (22%) e sono saliti a 17.500 nel 2024 (28%). Un aumento dovuto anche all’acquisizione della cittadinanza da parte di lavoratori stranieri, ma anche alla fase economica sfavorevole che rende il lavoro domestico un’opzione più attrattiva, oltre che una possibile soluzione di transizione verso il pensionamento.

Nel 2024 le assunzioni sono state 31.600, un dato stabile rispetto al biennio precedente ma lontano dai volumi del 2020 e 2021. Il 92% ha riguardato donne, mentre tre quarti delle nuove assunzioni hanno interessato lavoratrici straniere; la Romania resta il principale Paese di provenienza, con circa 8.000 ingressi.

Il calo degli addetti potrebbe però indicare anche uno spostamento verso forme irregolari di impiego, fenomeno strutturalmente diffuso nel comparto. L’Istat stima da anni tassi di irregolarità superiori al 50%, favoriti dalla natura privata e fiduciaria del rapporto, dalle scarse possibilità di controllo, dalla convenienza economica e dalla carenza di servizi formali sul territorio.

L’analisi dei percorsi occupazionali evidenzia inoltre una permanenza limitata nel settore: con il passare del tempo cresce la quota di chi lascia il lavoro domestico, sia uscendo dal mercato regionale sia spostandosi verso altri comparti, in particolare commercio, turismo e servizi alla persona.

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