Pestaggio in discoteca a Jesolo L’aggressore è stato denunciato

JESOLO. Individuato e denunciato dagli agenti del commissariato di Jesolo l’uomo che nella notte tra il 14 e il 15 agosto ha pestato a sangue Daniele Bariletti, il 24enne di Pianiga, ricoverato in...
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO -VANILLA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO -VANILLA
JESOLO. Individuato e denunciato dagli agenti del commissariato di Jesolo l’uomo che nella notte tra il 14 e il 15 agosto ha pestato a sangue Daniele Bariletti, il 24enne di Pianiga, ricoverato in coma per due giorni all’ospedale di Mestre.


Si tratta di Luca Fabbro, 35 anni, operaio di Cavallino. L’uomo, esperto di arti marziali, ha un precedente simile e proprio il giorno di Ferragosto ma del 2016. Contemporaneamente alla denuncia del picchiatore il questore Vito Danilo Gagliardi ha chiuso per quindici giorni l’attività del Vanilla, la discoteca dove è avvenuto il pestaggio.


Le considerazioni del questore sono eloquenti: «Non si poteva fare altrimenti. La sicurezza non ha impedito, pur avendone i mezzi, il pestaggio. Ma non solo. La direzione del locale non ha avvisato le forze dell’ordine di quanto era accaduto. Noi abbiamo appreso del fatto grave l’indomani, quando ci è stato segnalato dall’ospedale. Cosa inammissibile. E se il ragazzo moriva? Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità».


Le indagini sono durate due giorni, ma alla fine il responsabile dell’aggressione è stato individuato. Gli investigatori hanno visionato le registrazione del sistema di videosorveglianza e sentito alcuni ragazzi presenti in discoteca.


Quindi l’individuazione del 35enne che però ha negato tutto. Lo stesso, il 15 agosto dello scorso anno, durante una festa in riva al mare al Cavallino era stato protagonista di un episodio analogo.


Vittima del pestaggio è Daniele Bariletti, il giovane 24enne di Pianiga e che i medici dell’ospedale di Mestre avevano messo in coma farmacologico dopo due interventi ai quali era stato sottoposto per l’aggressione subita al Vanilla la notte tra il 14 e il 15 agosto.


I medici lo hanno dichiarato guaribile in 30 giorni. Da qui il fatto che l’aggressore non è stato arrestato.


«Mi sono visto la morte davanti - racconta - se sono vivo è solo un miracolo. Se il colpo mi avesse centrato 10 centimetri più in là sull’arcata sopraccigliare per me sarebbe finita lì. Ora attendo che chi mi ha aggredito in questo modo, visto che è stato preso, risponda fino in fondo delle sue azioni di fronte alla giustizia. Le lacune della discoteca sono state tantissime».


Daniele ha subito due interventi, uno per la riduzione di un ematoma alla testa, e un altro per una operazione maxillo-facciale, viste le fratture al volto. «Mi trovavo nell’area privè del locale», spiega, «stavo parlando con la mia fidanzata. Ho visto che poco distante si trovava un uomo sulla trentina, alto 1,90 che saltellava freneticamente con la bottiglietta di un analcolico in mano. In questo suo movimento ha urtato la mia ragazza di spalle. A quel punto ho solo allungato la mano facendo pressione sul suo petto con i polpastrelli delle dita, come a indicare che facesse attenzione a dove metteva i piedi. Quando ho visto che si era alterato ho subito alzato le mani come a spiegare che non intendevo attaccare briga. In tutta risposta sono stato centrato al volto da un fortissimo pugno che mi ha fatto finire accasciato sul divanetto, in stato di semi-incoscienza mentre perdevo sangue copiosamente».


Subito gli amici e la fidanzata lo hanno soccorso e hanno avvertito la sicurezza della discoteca. «A parte il fatto che l’ambulanza non è stata chiamata», ricorda il giovane, «c’è anche da ricordare che quando con i miei amici stavamo uscendo e io ero ferito con il volto distrutto, io stesso con loro, e la mia fidanzata, avevamo individuato l’aggressore. La sicurezza della discoteca a quanto so lo ha fermato, ma in un secondo momento, mi è stato riferito, lo ha rilasciato inspiegabilmente. Ora per fortuna le forze dell’ordine lo hanno individuato. I medici mi hanno detto che se fossi stato colpito dal pugno 10 centimetri più alto in direzione dell’occhio, vista fa forza del colpo sarei morto».


La notizia che il responsabile dell’aggressione è stato individuato, è stata accolta positivamente dai genitori di Daniele. «Ora la priorità è che Daniele torni a casa senza alcuna conseguenza permanente», spiega il papà, «resta il fatto che ora ci aspettiamo che la giustizia non si fermi. Mi colpisce poi, che l’autore dell’aggressione che poteva costare la vita a mio figlio, sia un 35enne, cioè un uomo non un ragazzo».


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