Pfas, acque contaminate anche nel Trevigiano

TREVISO. Le acque contaminate da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) non sono un problema solo vicentino. L’emergenza scoppiata a seguito delle analisi effettuate sulla popolazione tra Montecchio Maggiore, Brendola, Lonigo, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego hanno messo in evidenza una frattura ambientale che rischia di estendersi a tante altre zone del Veneto, compresa la Marca.
L’inquinamento da Pfas è stato riscontrato a livelli medio alti infatti anche in altre province, compresa Treviso, dove i 438 rilevamenti effettuati da Arpav negli ultimi due anni in 58 Comuni della Marca hanno evidenziato la presenza di Pfas nelle acque sotterranee.
Nella provincia di Treviso non si raggiungono i picchi di inquinamento registrati nel Vicentino, dove la media dei rilevamenti Pfas si assesta tra i 200 e i 2 mila nanogrammi per litro d’acqua con punte che arrivano anche a quota 12mila. Ma i numeri scoperti da Arpav identificano degli scostamenti evidenti rispetto alla stragrande maggioranza dei Comuni della Regione, dove i campionamenti (1914 in tutto il Veneto in tre anni) hanno riscontrato livello zero di Pfas nell’acqua.
I Comuni inquinati? Tracce di sostanze perfluoroalchiliche sono state riscontrate nelle acque sotterranee a Paese, Morgano, Quinto di Treviso, Istrana, Farra di Soligo, Casale sul Sile, Castelfranco, Loria, Vedelago, Riese, Maser, Montebelluna, Vittorio Veneto.
Nella maggior parte dei casi, i campionamenti hanno evidenziato livelli di Pfas sotto quota 30 nanogrammi/litro (che spinge a considerare le tracce “tralasciabili” trattandosi di microgrammi per litro di acqua), ma non è così per quanto riguarda i tre Comuni di Casale sul Sile, Paese e Farra di Soligo. Qui infatti i rilevamenti hanno evidenziato balzi in alto fino a toccare quota 397 nanogrammi a Casale (dove una precedente analisi ne aveva scoperti 576); 620 nanogrammi a Paese (analisi dell’agosto 2015, che poi pare sia stata ripetuta a dicembre trovando valori più bassi); acque sotterranee a quota 90 nanogrammi a Istrana (novembre 2015); tra 101 e 63 nanogrammi in un pozzo a Farra di Soligo.
C’è infine il precedente legato al mercurio. Per la Marca è la seconda volta. Nel 2011 Treviso, Preganziol, Casier e Quinto furono interessati dall’emergenza mercurio. Riguardava l’acqua di falda a profondità elevata, pescata dai pozzi di molte famiglie. Vennero vietati i prelievi. La causa? Mai scoperta. Gli effetti su chi aveva bevuto l’acqua per anni? Un’incognita.
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