Porto Viro, il rigassificatore compie cinque anni

PORTO VIRO (ROVIGO). Da cinque anni, al ritmo di un paio la settimana, centinaia di navi metaniere da 150 mila metri cubi attraccano sul terminale di Porto Levante, a quindici chilometri dalla costa veneta. Arrivano prevalentemente dal Qatar, l'emirato arabo il cui sottosuolo è gonfio di riserve naturali. Garantiscono, dopo il processo di rigassificazione e l'immissione nella rete nazionale attraverso la stazione di misura di Cavarzere, nel Veneziano, il dieci per cento del fabbisogno di gas italiano.
Sono passati cinque anni dall'entrata in funzione del terminal Adriatic Lng, che si trova al largo di Porto Viro, in acque territoriali italiane. Giovedì sera a Porto Viro una cerimonia, alla presenza del sottosegretario Barbara Degani, saluta il compleanno dell'infrastruttura, fortemente voluta dall'ex governatore Giancarlo Galan e inaugurata con un concerto alla Fenice il 19 ottobre 2009 dall'emiro Hamad Ben Khalifa Al Thani in persona, alla presenza dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ecco una foto della serata-evento a Porto Viro.
Prodigioso l'investimento dei soci - ExxonMobile Italiana, Qatar Terminal Company ed Edison spa -: si parla di una cifra vicina ai novecento milioni di euro. Un'operazione strategica per il Qatar, che si è assicurata la vendita di un pacchetto di gas all'Italia per quarant'anni, ma anche per il nostro paese che può dire di aver alleggerito il peso dell'approvvigionamento da Russia e Algeria, due aree del mondo costantemente in tensione. Nella geopolitica del gas, insomma, un affare per tutti.
La particolarità dell'impianto è che si tratta della prima struttura off shore al mondo in cemento armato per la rigassificazione di gas. Il manufatto in cemento armato è stato realizzato ad Algeciras, in Spagna, e trasportato fino all'Alto Adriatico su delle speciali chiatte. Ma una parte rilevante della piattaforma adriatica - i due mooring dolphins - è stata realizzata dal Consorzio Venezia Nuova nei cantieri dell'Arsenale.
La capacità dell'impianto, sfruttata nel 2013 al 64 per cento, è pari a 8 miliardi di metri cubi di gas. Le navi arrivano prevalentemente dal Qatar e il gas liquefatto trasportato per ognuna - circa 150 mila metri cubi - rigassificato fino ad occupare 95 milioni di metri cubi di gas per ciascuna nave. Finora sono attraccate 340 navi: gli slot disponibili sono infatti per 91 navi metaniere l'anno. Non proprio frequenti le occasioni di incontro tra questa realtà industriale, iscritta alla Confindustria di Rovigo, e la comunità, anche se non sono mancate alcune visite istituzionali: come quella, lo scorso gennaio, dell'ex ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che ha visitato il terminal accompagnato dall'amministratore delegato di Adriatic Lng, l'australiana Elizabeth Westcott.
Ma la società, in vista del quinto anno di attività e considerando che la concessione marittima ha scadenza nel 2050, sta cercando di rimediare: sottolineando ad esempio che dei 125 addetti, almeno un terzo proviene dal Veneto. E che l'indotto prodotto finora sui fornitori del territorio è stato di 250 milioni di euro. Dei tre capo piattaforma, ad esempio, uno è il rodigino di Adria Paolo Silvestrin. All'atto del via libera al progetto, Adriatc Lng ha sottoscritto un patto con la Provincia di Rovigo per 12,1 milioni di euro di ristoro economico, gestito dal Consorzio per lo sviluppo del Polesine. Poca cosa, accusano i detrattori del progetto: ma la società ribatte che dal 2007 ad oggi sono stati investiti in sponsorizzazioni 2,1 milioni di euro per iniziative sportive, culturali e sociali.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova