Procedimento Consob su Cattolica per il siluramento di Minali

VERONA

La Consob avvia un procedimento sanzionatorio nei confronti di Cattolica, accusata di aver violato il regolamento Mar sugli abusi di mercato in occasione del ritiro delle deleghe all’ex ad Alberto Minali, decisa dal cda il 31 ottobre 2019, ma alla quale il presidente Paolo Bedoni, secondo quanto ricostruito dall’authority, lavorava già da due mesi, avvalendosi dei suoi consulenti legali e della comunicazione e coinvolgendo i 13 consiglieri che avrebbero poi sottoscritto la dura lettera di contestazioni posta alla base della sfiducia.

Due sono i rilievi sollevati dalla Consob. In primo luogo Cattolica avrebbe attivato tardi con la Commissione lo strumento del “ritardo”, che consente di rinviare la comunicazione al mercato di un’informazione price sensitive con carattere di “precisione” .

La richiesta arriva infatti alla Consob solo alle 15.25 del 31 ottobre, quando sta per iniziare il cda sulla revoca di Minali, mentre sarebbe dovuta partire “fin dal primo coinvolgimento degli amministratori interessati e dei consulenti esterni”, a inizio settembre, “o quantomeno, sin dal 25 ottobre” quando “le due bozze alternative di comunicato stampa – revoca o dimissioni – vengono predisposte e circolano tra Bedoni, il segretario del consiglio Lai e i consulenti.

La seconda contestazione riguarda l’assenza dei nomi dei 13 consiglieri che hanno firmato la lettera di sfiducia a Minali (Poli, Blasevich, Lai, Caldana, Campedelli, Castelletti, De Stefani, Riello, Strazzera, Napoleoni, Vanda, Glisenti, Bonato) nell’“elenco occasionale” delle persone a conoscenza di informazioni privilegiate, istituito a ridosso dell’inizio del cda contestualmente alla comunicazione alla Consob del ricorso al “ritardo”. I consiglieri, secondo la Consob, dovevano essere iscritti in quanto “avevano avuto accesso all’informazione privilegiata” e “coinvolti nel processo decisionale”.

Le contestazioni, spiega Consob, sono frutto del lavoro ispettivo svolto con l’Ivass, che nel suo duro rapporto indirizzato a Cattolica, “ha confermato le risultanze” dell’authority di Borsa. Se Cattolica non riuscirà a dimostrare la sua correttezza rischia una sanzione da 5 mila euro a 2,5 milioni nel primo caso e da 5 mila euro a 1 milione nel secondo.

L’indagine della Consob rivela che la sfiducia a Minali è stata frutto di un lungo lavoro preparatorio di Bedoni, che già dal 6 settembre riceve dal suo legale Mario Cera un messaggio che recava “un elenco di responsabilità a carico” di Minali e “l’indicazione” che il cda “avrebbe avuto in ogni momento la possibilità di revocare le deleghe” . Il 9 e l’11 settembre il tema della revoca viene trattato in “almeno” due riunioni, alla quale Consob ritiene abbiano partecipato diversi consiglieri.

Dagli appunti della vicepresidente Barbara Blasevich, scrive l’authority, “risulterebbe già individuato il numero dei tredici consiglieri” che firmeranno la lettera di sfiducia.

Il 25 ottobre circolano tra Bedoni, Lai e suoi consulenti, Cera e Comin, “una versione della lettera di sfiducia, identica a quella che sarebbe stata firmata dai consiglieri” e le bozze dei comunicati stampa sulla sfiducia a Minali. È la prova, per la Consob, che la revoca era ormai decisa. Il 29 ottobre Bedoni riceve la lettera dei 13 consiglieri e il 30 convoca il cda per il giorno successivo. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova