Processo ex Bpvi: Bankitalia e Consob ammesse dai giudici come parti civili

Gli avvocati dei risparmiatori truffati ne avevano chiesto l’esclusione per non aver vigilato sui bilanci delle ex popolari venete 

MESTRE. Banca d’Italia, Consob e Comune di Vicenza sono tra le parti civili ammesse nel maxi processo contro gli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza. Ieri nell’aula bunker di Mestre il presidente del collegio giudicante Lorenzo Miazzi ha letto l’ordinanza che interessa le 320 eccezioni mosse alla costituzione di parte civile (tra le 8267 presentate). Sono state solo qualche decina le eccezioni accolte (e dunque escluse dal processo).

L’attenzione era puntata tutta sulla costituzione di Consob e Banca d’Italia, “colpevoli” secondo i truffati, di non aver vigilato a dovere sui bilanci dell’ex popolare vicentina. E per questo molti avvocati avevano chiesto la loro esclusione. Il giudice Miazzi ha invece chiarito che i «fatti penalmente rilevanti in questo processo riguardano i soli imputati, che con il loro operato ostacolarono Consob e Bankitalia, che sono dunque parte lesa». Le contestazioni presentati da alcuni legali sono dunque «del tutto estranee al procedimento e incompatibili».

I due enti pubblici non economici sono dunque “parte lesa” e ammessi come parte civile, assieme alle altre migliaia di risparmiatori. L’opera di Bankitalia e Consob non viene meno, ha ipotizzato poi il giudice, anche se alcuni loro dipendenti avessero commesso errori, la colpevolezza è comunque personale.

Alcuni avvocati di parte civile hanno poi chiesto al giudice la richiesta di citazione di responsabilità civile per i vertici di Intesa Sanpaolo. La pretesa si fonda sulla presunta continuità di rapporto esistente tra i correntisti della ex popolare di Vicenza e Intesa Sanpaolo: i rapporti tra i soggetti costituiti parte civile e la concessionaria continuano a livello di credito, fidi e mutui dell’ex popolare, da dove è scaturita la truffa. Altri legali chiedono lo stesso per la società di revisione Kpmg. Secondo gli avvocati la motivazione questa volta va ricercata nel lavoro della società di verificare la veridicità dei bilanci, «un lavoro non svolto a dovere e per questo già multata dalla Consob per il bilancio 2014».

Il Comune di Vicenza sarà dunque parte civile in doppia veste, per il danno patrimoniale (in quanto azionista) e danno non patrimoniale all’immagine. «È presto per parlare di vittoria, ma non nego la soddisfazione per una ammissione che non era scontata - afferma il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco -. La nostra costituzione era doverosa, sia in difesa degli interessi del Comune, in veste di azionista, sia soprattutto per ciò che la nostra città ha subito in termini di danno di immagine dal crac di una banca in cui il territorio aveva riposto la propria fiducia. Tanti, troppi sono i risparmiatori truffati che aspettano giustizia e che, al di là del ristoro economico, attendono anche che vengano riconosciute le responsabilità di un disastro». —
 

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