Processo Pfas, appello a Mattarella e Csm «Il tribunale di Vicenza senza magistrati»

Il nuovo maxiprocesso con migliaia di parti civili offese  si somma a quello del crac Bpvi La Provincia di Vicenza parte civile contro la Miteni 

vicenza. Giustizia verso la paralisi a Vicenza, con due maxiprocessi che si accavallano. Dopo lo scandalo Bpvi, in tribunale sono in arrivo i faldoni dei Pfas con la Miteni sul banco degli imputati e migliaia di cittadini pronti a costituirsi parte civile con la richiesta di risarcimento danni alla salute. Per almeno 30 anni da Trissino a Lonigo e Montagnana, oltre centomila persone hanno utilizzato l’acqua contaminata dai Pfas con danni che hanno imposto come profilassi la pulizia e la trasfusione del sangue, decisa dalla regione Veneto. Il presidente dell’ordine degli avvocati Alessandro Moscatelli ha scritto una lettera al presidente della repubblica Sergio Mattarella e al Csm perché venga rafforzato l’organico del tribunale di Vicenza, che deve affrontare due emergenze nazionali: il crac Bpvi e lo scandalo Pfas.

Oggi la sezione penale del tribunale conta su un presidente, Lorenzo Miazzi, e su nove giudici. Di questo, tre sono stati assegnati in via esclusiva al processo Banca popolare. Un giudice è stato di recente trasferito, un’altra resterà a casa in maternità. In caso di rinvio a giudizio di alcuni dei manager che gestirono la Miteni, oggi imputati in attesa dell’udienza preliminare, altri due giudici (con quelli popolari, visto che si tratta di reati da Corte d’Assise), saranno assegnati a quel procedimento. Ne restano tre, di cui uno a servizio parziale perché gli sono stati assegnati anche altri incarichi. È evidente che il resto dei processi ordinari rischia di finire in coda.

Per tornare ai Pfas, la Provincia di Vicenza, con il sindaco-presidente Francesco Rucco, ha deciso di costituirsi parte civile nell’udienza preliminare del 21 ottobre davanti al giudice Roberto Venditti. I sostituti procuratori Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, titolari del maxi fascicolo sulle sostanze perfluoroalchiliche hanno chiesto il processo nei confronti di dieci persone: i manager tedesco-lussemburghesi di Icig Patrick Hendrik Schnitzer, 61, Achim Georg Hannes Riemann, 65, difesi dall’avvocato Gianpietro Gastaldello; Alexander Nicolaas Smit, 75, assistito dall’avvocato Salvatore Scuto; l’irlandese Brian Anthony Mc Glynn, 62, di Milano, con i manager Luigi Guarracino, 62 anni, di Alessandria, Mario Fabris, 56, di Fontaniva, Davide Drusian, 44, di Marano, Mauro Cognolato, 46, di Stra, e Mario Mistrorigo, 67, di Arzignano, tutti difesi dall’avvocato Novelio Furin. Oltre a loro anche il dirigente giapponese Maki Hosoda, 53 anni, residente a Milano e difeso dagli avvocati Giovanni Lageard e Francesco Puntillo.

Nel corso delle indagini la procura ha aperto un altro filone d’ inchiesta che comprende l’inquinamento da GenX dal 2013 in poi. Risultano indagato Antonio Nardone, ultimo manager Miteni e altre tre persone, mentre l’azienda di Trissino è stata dichiarata fallita il 18 novembre 2018.—

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