Pronto in due anni il lago salva-Veneto

A Caldogno il primo colpo di benna: l’opera dovrà contenere le piene del torrente Timonchio e costerà 46 milioni
Di Daniele Ferrazza

Con un colpo di benna, il governatore Luca Zaia ha dato simbolico avvio ai lavori del più grande bacino di laminazione previsto dal programma post-alluvione 2010. «Questa è l’opera - simbolo dell’alluvione veneta» ha commentato il presidente della giunta regionale manovrando l’escavatore che ha dato il via, sotto una pioggia battente, ai lavori della grande vasca di espansione attesa da molto tempo. Serviva proprio un’alluvione per arrivarci? «Ci voleva un altro presidente, eletto nel 2010, per farla» ha risposto Zaia.

Il nuovo bacino di laminazione servirà a raccogliere per tempo le acque del Timonchio, un torrente solo apparentemente tranquillo, affluente del Bacchiglione. Il grande vascone, insomma, proteggerà Vicenza e, in subordine, anche Padova. Con il sindaco di Vicenza Achille Variati tutti i sindaci dell’Alto Vicentino e il commissario della Provincia di Vicenza Attilio Schneck hanno voluto esserci. «Il mio grazie va ai sindaci dell’alluvione – ha aggiunto Luca Zaia, commissario per l’alluvione - e ai settanta espropriati che hanno consentito di realizzare questa opera, interamente pubblica». E non a caso Zaia, per le foto di rito, prende sottobraccio l’agricoltore sessantenne di Caldogno che sarà costretto a cambiar casa perché il bacino coprirà anche il suo fabbricato.

Completato a tempo di record l’appalto - con l’ingegner Tiziano Pinato responsabile del procedimento – il lavoro è stato aggiudicato da un consorzio di imprese padovane, vicentine e veneziane: si chiamano Idra Building, Medoacus e Coveco coop, l’importo dei lavori sfiora i 17 milioni di euro mentre l’infrastruttura - contando indennizzi ed espropri - ha un costo complessivo di 46 milioni. La maggior parte dei costi, infatti, riguarda proprio l’indennizzo dei proprietari, che mantengono la proprietà del fondo ma con l’istituzione di una servitù perpetua. Le imprese aggiudicatarie avranno 730 giorni di tempo per completare l’invaso di 104 ettari, che prevede due grandi vasche con l’abbassamento fino a 4 metri dal piano campagna: «In pratica un grande e potenziale lago destinato a riempirsi alla piena del Timonchio» ha spiegato Luca Zaia, che ha ricordato come l’investimento sia interamente pubblico. «Tutti sanno che il Veneto è una regione molto delicata dal punto di vista idrogeologico: il piano D’Alpaos prevede un investimento di 2,7 miliardi per mettere in sicurezza l’intera regione. Ma noi dall’alluvione in poi abbiamo investito 392 milioni, realizzato 925 interventi, fatto lavorare 365 imprese. Per i soldi che mancano - ha ribadito Zaia - ricordo che i veneti lasciano a Roma 21 miliardi di tasse l'anno: devono restituirci i nostri soldi».

Il governatore ha aggiunto: «Se a Roma avessero il coraggio di dare poteri commissariali veri a tutti i presidenti di Regione e a tutti gli amministratori, l'Italia si sistema velocemente». E proprio con l’ex commissario per l’alluvione, attuale prefetto di Verona Perla Stancari, c’è stato un abbraccio molto affettuoso: «La nostra - ha detto il prefetto - è stata una bella staffetta. Abbiamo lavorato in grande sintonia e i risultato, adesso, si vedono».

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