Prosecco, 3 mila ettari di glera da estirpare «Vanno riconvertiti in altre varietà d’uva»
«Basta glera, vi fate male: sul mercato serve anche differenziazione, anche vini rossi. E questa è la nuova sfida». Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, lo ha detto chiaro e tondo l’altra sera ai 1.500 della Fiera di Godega. E Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc, è andato ancora più in là: «Basta piantare viti in Veneto, anzi in Triveneto. Siamo saturi. Non ha senso autorizzare un migliaio di ettari ogni anno, 1.300 circa compreso il Fvg ci facciamo male da soli». Quindi? Eventualmente – rilancia Zaia – si cominci a spiantare una quota di glera che non sarà mai autorizzato come Prosecco e si pianti dell’altro, insomma si diversifichi.
Il glera non “prosecchizzabile” impegna 5.759 ettari in Veneto, altri 2.300 in Fvg. In provincia di Treviso sono 3.457 ettari. Ci sono industriali del vino che in giro per il Veneto stanno già spiantando i vigneti messi a dimora solo 3 anni fa. Il motivo è semplice: «Un chilo di uva glera della vendemmia 2018 (l’ultima ad essere liquidata) è stato pagato intorno ai 20 centesimi, in alcuni casi perfino 10. Prezzi da fame, insomma» riferisce Zanette. Un chilo di cabernet, merlot, chardonnay, pinot bianco? Mediamente tra i 45 e i 60 centesimi. E le bollicine? Intorno a un euro e 20, mentre la vendemmia 2017 un chilo di uve Prosecco valeva un euro e 40 centesimi, 10 o al massimo 20 cent in più il Docg 2018.
A questo punto l’invito di Zaia a diversificare è stato esplicito, diretto: «Se uno di voi mi domanda “Se pianto glera, faccio una bella cosa?”, io gli rispondo: “No, ti fai male”. E lo dice anche il mercato. Il Prosecco è calato, stando alle statistiche di Alberto Zannol, dirigente regionale, rispetto al massimale che era possibile rivendicare in base al disciplinare, di oltre l’11% tra le vendemmie 2018 e 2017. Il Prosecco Docg addirittura del 19,3%. Il “delle Venezie” di più ancora: -23,4%. L’Asolo Prosecco, invece, ha registrato un valore positivo: più 1,6%. Attenti, dunque, alla programmazione: c’è da capire quanto mandare sul mercato, quanto rivendicare di glera a terra che c’è già e quanto mettere in riserva.
Programma è la parola d’ordine. L’ha ribadita a Godega anche l’assessore regionale Giuseppe Pan. Bene, ha precisato, la decisione del Consorzio Prosecco di prorogare il blocco di aumento del potenziale produttivo per la Doc per altri tre anni. Quanto al Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo, i bandi favoriranno il posizionamento nei mercati esteri e punteranno di più su promozione e investimenti. Quanto al tema della chimica, Zaia ha chiuso ogni porta: «Per il glifosate, il mio è un secco no: dobbiamo tutelare tutta la nostra redditività. Ma non posso accettare che i produttori siano sempre messi sul banco degli imputati. Quella del vino è un’industria da miliardi di euro, frutto del lavoro di molta gente. E gente seria». Immediato il commento di Andrea Zanoni, del Pd: «La campagna elettorale fa miracoli: Zaia diventa ambientalista e a favore dell’agricoltura biologica. Bene, aspettiamo allora che dalle parole passi ai fatti: ancora non c’è alcun progetto di legge depositato che preveda lo stop a nuovi vigneti». —
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