Puppato non si arrende: «Primarie»
«Referendum telefonico tra i militanti e De Poli non insista o ci isolerà»

Laura Puppato
MONTEBELLUNA.
Il popolo dei comitati rilancia la candidatura di Laura Puppato alla presidenza della Regione Veneto. Se qualcuno pensava che ormai fossero bruciate le chance del sindaco di Montebelluna a guidare lo schieramento del centrosinistra, ieri ha dovuto ricredersi. Perdente nei tavoli ristretti, la Puppato si dimostra vincente nelle piazze.
Ieri, da Montebelluna, è arrivata una prova di forza che dovrà far riflettere il Pd. Erano oltre 400 all’auditorium della biblioteca per lanciare la sua candidatura. E tutti molto battaglieri: semplici militanti, ma anche sindaci, consiglieri provinciali. Insomma il popolo dei comitati nati dopo l’appello di Zanzotto e Paolini vuole contare e sa anche alzare la voce. E lei? Chi pensava che si fosse ormai tirata da parte è stato costretto a ricredersi.
È pronta a sfidare tutti alle primarie, ma consapevole che i tempi sono troppo stretti chiede almeno un referendum telefonico tra gli iscritti. «La gente è qui in modo straordinario - commenta mentre la sala si riempie - Credo che questo voglia dire che bisogna andare al confronto con Zaia col candidato più rappresentativo e quello capace di portare avanti una progettualità per un Veneto diverso. Il Pd è il partito delle primarie e questo è il popolo delle primarie, di cui devono tenere conto. I tempi sono troppo stretti, ma un referendum telefonico si può fare».
Mentre sul tabellone sfilano i nomi di chi la sostiene, confida: «Non mi sono autocandidata. C’è un giornale che insiste a dire che io mi sono autocandidata, guarda caso quel giornale è di proprietà del suocero del leader del partito di cui fa parte De Poli». Intanto, però, si è mossa e l’altra sera è andata a trovare la segretaria regionale Filippini, «che mi ha detto che per lei io sono la candidata, ma bisogna vedere cosa decide la coalizione».
Qui i giochi rischiano di farsi pesanti, ma la base è in ebollizione e i quasi 130 comitati per la sua candidatura stanno pesando. E poi ci sono i sindaci, combattivi. Un esempio: «Per come Laura Puppato sa rappresentare l’istituzione, voglio che sia lei la candidata, lo vogliono anche i comitati del Pd, un partito che si definisce nuovo ma mi pare usi i sistemi del vecchio - ha detto Bruna Battaglion, sindaco di Casale sul Sile -. Mi auguro che le regole siano rispettate e le regole dicono che vanno fatte le primarie».
O Daniela Mazzon, sindaco di Casier: «Vedere tanta gente riapre il cuore alla speranza. Dobbiamo superare le logiche vecchie. Non abbiamo bisogno di farci male da soli». O il padovano Dino Scantamburlo: «Perché Puppato? È un sindaco ed è capace di trasferire questa esperienza nel governo regionale, perché con lei si può costruire un’aggregazione alternativa e vincente alla Lega e al Pdl. Noi, non un tavolo ad Arcore o a Roma, vogliamo decidere il candidato, e per noi è Puppato».
È stata anche l’occasione per il sindaco di Montebelluna di indicare alcune linee programmatiche se sarà lei la candidata: no al nucleare, no agli inceneritori, ma produzione di energia dalle fonti alternative, riciclaggio dei rifiuti, e poi politiche di sostegno all’occupazione e alla piccola impresa, anche con l’istituzione di fondi destinati al settore del lavoro e a sconti sui costi energetici per le imprese. E poi ancora interventi nel sociale, sostegno alle scuole materne private che sono l’87% di quelle esistenti per andare incontro alle famiglie che non hanno altrimenti alternative.
Da citare anche un piccolo incidente: la caduta del tavolo dal palco, striscione del Pd compreso: segno del destino? A Ceschin, il coordinatore dei comitati, ha ispirato una battuta: «Ci hanno detto che con la nostra iniziativa abbiamo rovesciato il tavolo del centrosinistra».
Che ne pensate? Vi piace l'idea di un'alleanza tra Pd, Udc e altre formazioni di centro?
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