Ragazzo cade dalla scogliera e muore

Tragedia in Portogallo, dove il diciannovenne veneziano Filippo Marin si trovava con una decina di amici: precipitato da 80 metri
Di Carlo Mion

VENEZIA. Filippo Marin aveva 19 anni, viveva con la famiglia a San Lio 8a Venezia. Filippo è morto in Portogallo mentre con degli amici stava risalendo una scogliera dell’Algarve dopo aver assistito al tramonto del sole sull’Oceano e il sorgere della luna. L’incidente, poco dopo le 23 di mercoledì, è avvenuto sulle scogliere della spiaggia di Sagres nel comune di Vila do Bispo. Ieri i genitori di Filippo Marco Marin e Carolina Da Tos, sono volati in Portogallo per riportarsi a casa il figlio.

Filippo, studente al Liceo artistico statale, era in Portogallo per festeggiare un premio che gli era stato assegnato per un progetto scolastico di architettura. Un viaggio insieme ad altri 11 amici veneziani. Ragazzi e ragazze che si conoscono fin da quando erano ragazzini. Molti festeggiano la maturità conseguita le settimane scorse. Era il primo importante viaggio di ragazzi che si apprestano a diventare adulti. Ragazzi tranquilli senza eccessi.

Erano partiti dal Marco Polo sabato scorso. Prima mèta Lisbona. Qui il gruppo di ragazzi è rimasto fino a martedì. Mercoledì la partenza per l’Algarve e le sue meravigliose spiagge. I dodici avevano affittato delle stanze. Il viaggio in pullman non è stato breve, ma appena raggiunta la zona scelta e depositati i bagagli sono andati a cena presto perché l’obiettivo, poi, era quello di scendere sulla spiaggia di Sagres, famosa per le sue falesie e i tramonti. Volevano vedere il sole che scendeva dietro l’oceano in uno degli spettacoli più affascinanti di questa terra.

I ragazzi, dopo essere rimasti per alcune ore in riva all’Atlantico, decidono di risalire la scogliera lungo il sentiero dell’Ostello della Gioventù. Filippo, il più allenato, ha il passo migliore e ben presto distanzia gli amici. Così si ferma e aspetta gli amici. È seduto su di un masso. Poco più sotto c’è un altro ragazzo. Ad un certo punto Filippo decide di alzarsi e di scendere, forse per andare incontro agli amici. Non si capisce cosa sia successo con precisione. Ma appena lui si rizza in piedi il masso su cui era seduto traballa e Filippo perde l’equilibrio. Cade nel vuoto. Gli amici sentono un grido. Guardano di sotto, Il vuoto sembra enorme, infinito. Qualcuno cerca di chiamare i soccorsi. Ma in quel punto non c’è campo. Lo cercano e disperati lo chiamano, L’unica risposta è il rumore del mare. Scendono il sentiero per cercarlo alla base della parete di falesia. Si calcola che il salto sia di ottanta metri. Finalmente qualcuno riesce a mettersi in contatto con il numero di emergenza 112. Ma dall’altra parte non riescono a capire dove si trovano nemmeno usando i riferimenti gps dei telefonini dei ragazzi. Solo alle 2.40 e i soccorritori arrivano sul posto. Viene individuato il corpo di Filippo. Il medico intervenuto non può far altro che constatarne la morte. I vigili del fuoco recuperano il corpo e lo portano nell’obitorio dell’ospedale più vicino. Per la polizia e lo stesso medico legale si è trattato di una morte causata da un incidente.

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