Redentore 2020, la Notte Famosissima alla prova del Covid per la prima volta senza fuochi

Ecco tutti i dettagli per una festa più intima, più veneziana, meno turistica: gli appuntamenti di fede e il ponte votivo, le cene sulle rive, la voga e gli appuntamenti negli hotel
19 Jul 2014 --- VENICE, ITALY - JULY 19: A general view of the temporary pontoon bridge for the Redentore Celebrations is seen few minutes before the official opening on July 19, 2014 in Venice, Italy. Redentore , which is in remembrance of the end of the 1577 plague, is one of Venice's most loved celebrations. Highlights of the celebration include the pontoon bridge extending across the Giudecca Canal, gatherings on boats in the St. Mark's Basin and a spectacular fireworks display --- Image by © Luca Zanon/XianPix/Corbis
19 Jul 2014 --- VENICE, ITALY - JULY 19: A general view of the temporary pontoon bridge for the Redentore Celebrations is seen few minutes before the official opening on July 19, 2014 in Venice, Italy. Redentore , which is in remembrance of the end of the 1577 plague, is one of Venice's most loved celebrations. Highlights of the celebration include the pontoon bridge extending across the Giudecca Canal, gatherings on boats in the St. Mark's Basin and a spectacular fireworks display --- Image by © Luca Zanon/XianPix/Corbis

VENEZIA. La “notte famosissima” resta al buio. La peste del Duemila, il Covid 19 che ancora non se ne va, ha colpito anche il cuore della tradizione veneziana. Il Redentore 2020 si farà, ma senza i fuochi d’artificio. È un altro duro colpo per una città ferita dall’ aqua granda del 12 novembre, prima invasa e adesso abbandonata dai turisti.

Il sindaco Luigi Brugnaro ci ha provato. Ma alla fine si è arreso. «Con grande dolore vi dico che i fuochi d’artificio quest’anno non li possiamo fare». Troppo alto il rischio che la folla richiamata dallo spettacolo potesse far tornare l’emergenza. 75 mila persone lo scorso anno. Davvero troppe.

Che succederà? Il programma ufficiale della festa, curato dalla società Vela spa, sembra listato a lutto. Manca la voce più attesa. Lo “spettacolo pirotecnico” curato da decenni sempre dalla stessa ditta, la famiglia Parente di Rovigo. Giochi di luce sull’acqua, esplosioni a basso livello di decibel ma a grande contenuto spettacolare e artistico. Il popolo delle barche con il naso all’insù a contemplare la meraviglia. Le sagome nere delle gondole che scivolano silenziose tra una barca e l’altra, famiglie in allegria a consumare i cibi della tradizione in barca, in bacino San Marco, ormeggiati sulle rive, sulle tavolate della Giudecca e di Castello.

iNTERPRESS/Gf.Tagliapietra.17.07.2016.- Notte di Rdentore con i fuochi d'artificio.
iNTERPRESS/Gf.Tagliapietra.17.07.2016.- Notte di Rdentore con i fuochi d'artificio.

Anche quest’anno le barche ci saranno. Ma “spente”. Divise in settori, con il rispetto delle norme e il distanziamento minimo di un metro.

Ci saranno anche le tavolate. Il Comune ha diramato le istruzioni per i banchetti che potranno essere allestiti in riva. Distanze di sicurezza tra le barche e le persone a bordo, gel igienizzante. Obbligo di comunicazione preventiva per i residenti che intendono occupare il suolo pubblico a partire dalle 18 di sabato 18 luglio con una mail da inviare al Comando della Polizia locale.

In Canal Grande e in bacino San Marco i “Freschi notturni” organizzati dal Comune. Cortei di barche con musica che sfileranno dalla stazione alla Salute e poi alle Zattere, alla Giudecca. Concertini nei locali organizzati dagli esercenti, corse straordinarie del ferry boat dal lido a Punta Sabbioni.

Resta la festa religiosa. Quella sentita da tutti i veneziani, al pari della Salute. Le due “liberazioni” dalle pesti (del 1578 il Redentore, del 1630 la Salute), che diedero il via all’edificazione di due tra le più belle chieste cittadine. Il santissimo Redentore eretto dal Palladio alla Giudecca, la Basilica della Salute firmata da Baldassarre Longhena.

In sintesi, ecco le tappe fondamentali: venerdì 17 luglio apertura del ponte votivo, sabato 18 musica lungo le rive e luminarie, domenica 19 luglio le regate.

 

LA VOGA

La voga non si ferma. Così al Redentore, domenica pomeriggio, ecco la prima vera sfida della stagione sulle gondole a due remi. Quella che era un tempo la “Regata della birra”, per via dello sponsor Dreher, che aveva la fabbrica proprio alla Giudecca, è ancora oggi una delle gare più attese della stagione remiera comunale.

Regata del Redentore
Regata del Redentore

Sono tre le regate in programma nel pomeriggio in canale della Giudecca. Con i campioni su gondole anche i pupparini dei giovanissimi e i pupparini con a bordo atleti che non abbiano conquistato bandiere nella categoria superiore. Spettacolo assicurato nel classico percorso che va dal tempio votivo fino quasi all’isola di Sant’Angelo delle Polveri, passando per lo Stucky e Sacca Fisola. Una sfida che riaccende da sempre la rivalità fra le varie tifoserie. I giudecchini, i buranelli, la gente di Sant’Erasmo che segue i due Vignotto.

Interpress/ Gf.Tagliapietra.29.08.2019.- Benedizione dei gondolini della Regata Storica..VIGNOTTO RUDI- VIGNOTTO MATTIA
Interpress/ Gf.Tagliapietra.29.08.2019.- Benedizione dei gondolini della Regata Storica..VIGNOTTO RUDI- VIGNOTTO MATTIA

Sfida che apre alla regata di Pellestrina, la prima domenica di agosto, e infine all’attesa Regata Storica, la prima domenica di settembre.

Ecco il ruolo della regata dei campioni su gondole a due remi, in programma domenica alle 17.30: bianco Donà-Bregantin; canarin Rudi e Mattia Vignotto; viola Della Toffola e Barina; celeste Zaniol e Lombardo; rosso Bertoldini e Colombi; verde Trabuio e Selle; arancio Pagan e Rossi; rosa Renato e Roberto Busetto; marron Vianello e Meneghini.

 

LA FEDE

Il calendario della festa prevede l’allestimento del ponte votivo che rimarrà chiuso durante la serata clou, per evitare assembramenti. L’inaugurazione (lato riva Zattere) è fissata per le 19.45 di venerdì 17 luglio, con una suggestiva cerimonia alla presenza del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Il ponte votivo, allestito sul canale della Giudecca, conduce al tempio del Redentore, opera del Palladio.

Sempre venerdì alle 20.30, davanti al sagrato della chiesa di San Rocco inizia il pellegrinaggio diocesano dei giovani che si recheranno poi alla Giudecca. È la prima volta che accade. I pellegrini procedono, soli o a piccoli gruppi, a tappe. La prima è alla Scuola Grande di San Rocco, la seconda alle Zattere nella chiesa dei Gesuati.

Domenica alle 19 nella Basilica del Santissimo Redentore il Patriarca Francesco presiederà la solenne concelebrazione eucaristica poi dal sagrato impartirà la benedizione alla città. La partecipazione alle messe – ore 8, 10, 12, 15, 17, 19 – è limitata a 80 fedeli.

Il parroco fra’ Anastasio Bonato spiega il senso della festa: «Redentore anomalo con regole nuove, più attenzione rispetto al passato e un ritorno alle origini, ai valori della semplicità e dell’essenzialità. Quest’anno risalta l’aspetto religioso che è il nucleo della festa. Mi preoccupa l’afflusso della gente che dovrà indossare la mascherina. Noi siamo pronti con gel disinfettante e rispetto delle norme di distanziamento».

 

LE CENE SULLE RIVE

Non ci saranno i fuochi di mezzanotte, ma la vera tradizione, quella di una notte magica sulle rive, andrà avanti, perpetuata da quei veneziani che non riducono la notte famosissima soltanto allo spettacolo pirotecnico. Le lanternine colorate saranno appese lungo la riva della Giudecca e il ponte votivo sarà percorribile, lasciando spazio a passeggiate notturne molto suggestive. Tuttavia non ci sarà la famosa pesca di beneficenza che ogni anno attira migliaia e migliaia di persone con centinaia di premi in palio: dalle classiche mollette o spugnette a dei singolari pezzi di ceramica fino alla corteggiatissima bicicletta. Senza i fuochi sarà diverso, ma in realtà sarà anche l’occasione di trascorrere una serata insieme e di guardare questa volta le stelle.

Mai come nel 2020, anno della peste del Ventunesimo secolo chiamata Covid-19, il Redentore è così attuale e ricorda l’importanza della salute e dello stare insieme. Sempre in sicurezza, naturalmente: per cenare in riva si dovrà inviare una mail alla Polizia locale con i documenti delle persone referenti e il numero degli invitati. Massimo 18 persone, con distanziamento di un metro e mezzo e mani igienizzate. Divieto di vendita di bevande in bottiglie di vetro.

Per chi abita alla Giudecca sarà un Redentore stranamente silenzioso, ma proprio chi lo ha sempre vissuto continuerà a viverlo e a preparare sarde in saor, bovoleti e anara col pien. «Io sono nata e cresciuta nella Giudecca e ho sempre festeggiato il Redentore. L’ho sempre vissuto in modo intenso, dalla pesca di beneficenza al momento in cui i genitori ci permettevano di andare con i gessetti a segnare il tavolo, senza contare i fuochi, una magia unica», dice Beatrice Honl, giudecchina doc di 30 anni. «Quest’anno forse sarà più triste, ma io e mia nonna ci siamo impuntate per farlo lo stesso e così faremo perché la tradizione è tradizione. Non ci sarà tutta quella gente che portava allegria, ma si va avanti e il prossimo anno ce li gusteremo ancora di più».

Fuochi a parte, per chi non ha mai visto le rive illuminate di tante piccole lanternine e di tantissime tavolini che formano un unico grande simposio, il Redentore è sempre una notte speciale. Dalle case escono i veneziani con piatti, bibite e musica e se quest’anno non ci saranno i fuochi sarà comunque l’unica sera in cui tutti potranno cenare all’aperto, in compagnia. Insomma, fuochi o non fuochi Venezia, con le rive illuminate, i palazzi che si riflettono sull’acqua e un cielo dove si possono riconoscere le costellazioni, rimane sempre uno spettacolo da togliere il fiato.

 

GLI HOTEL

Anche senza i fuochi, anche senza il nero del cielo trafitto dai colori, alberghi e ristoranti guardano avanti e, in un modo o nell’altro, si stanno organizzando per mantenere vivo quel che resta della notte famosissima.

Certo, l’annullamento dello spettacolo pirotecnico a pochi giorni dal Redentore, dopo che per settimana l’amministrazione comunale aveva continuato a ripetere che sarebbe stata una festa magnifica, ha provocato danni gravissimi tra chi – soprattutto albergatori e ristoratori – si era già attrezzato per accogliere gli ospiti, imbandire i tavoli, decorare le terrazze, diramare gli inviti e provvedere ai menù della serata.

Non tutti, alla fine, hanno potuto confermare il programma previsto, che perderà la parte più scenografica, quella per la quale un tavolo all’hotel Monaco, o lassù, sulla terrazza dell’hotel Danieli, o all’Harry’s Dolci, in riva al Canale della Giudecca, veniva normalmente prenotato con mesi di anticipo.

Altri, invece, non si sono persi d’animo e sabato, fuochi o non fuochi, ci saranno. La serata organizzata da Alajmo a Hostaria in Certosa, ad esempio, è confermata. «Vogliamo onorare, festeggiando insieme, questa antica ricorrenza veneziana che affonda le sue radici nel 1577, anno in cui ebbe termine l'epidemia di peste che colpì la città» spiegano.

Dalla Tartelletta di pizza ai mezzi paccheri con guazzetto di pesce, dall’astice alla griglia alla torta Venezia, il pezzo della cena alla Certosa è di 110 euro a persona (vini esclusi), mentre per il cestino d’asporto, altrettanto pieno di leccornie, il costo è di 50 euro. Si allunga la mano direttamente dalla barca, si agguanta il sacchetto e poi via, verso le altre isole della laguna.

Anche l’hotel Metropole, nonostante la delusione e le cancellazioni delle camere prenotate, ha deciso di festeggiare lo stesso. Sarà un Redentore silenzioso, ma almeno il ponte votivo, la processione alla chiesa, la festa religiosa è stata salvata e il cenone si farà. Prezzo “amico” anche nell’albergo a cinque stelle di Gloria Beggiato: 110 euro per una cena da re, musica e dj fino a notte fonda.

Dai siti di alberghi e ristoranti, nel frattempo, è stata cancellata l’immagine di Bacino San Marco illuminato dai fuochi, è sparita la pubblicità del cenone, i menù sono stati assottigliati, ma gli chef sono già al lavoro nelle cucine.

Sulle terrazze degli alberghi in riva al Canal Grande, nelle altane private, nei ristoranti nei campi e nelle trattorie in fondamenta, ovunque ci siano due tavoli e quattro cene, le cene speciali diventeranno così cene “normali”, quelle di un sabato sera di metà luglio.

All’hotel Monaco, ad esempio, il cenone è stato cancellato, ma è stato salvato il menù che sabato sera sarà riproposto a metà prezzo (200 euro a testa), anche con l’opzione del menù alla carta.

 

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