Nuovo codice etico per i dipendenti della giunta regionale del Veneto: più sobrietà sui social

Approvato da Palazzo Balbi, il documento sostituisce e aggiorna quello in vigore dal 2014. I dirigenti vigilano sul rispetto delle norme. Chi viola, rischia sanzioni. Ecco cosa non si può più fare

Rocco Currado

Niente regali oltre i 150 euro annui, obbligo di astenersi dalle decisioni in caso di conflitti d’interesse, divieto di usare strumenti informatici e social media per fini personali o lesivi dell’immagine dell’amministrazione. Sono alcune delle norme contenute nel nuovo Codice di comportamento dei dipendenti della Giunta regionale del Veneto, approvato in via definitiva dalla Palazzo Balbi e destinato a sostituire quello in vigore dal 2014.

L’obiettivo dichiarato del provvedimento è chiaro: «Prevenire fenomeni corruttivi e con lo scopo, pertanto, di contribuire alla creazione e alla salvaguardia del valore pubblico, anche attraverso la definizione di standard di comportamento e di promozione dell’etica pubblica».

Il nuovo testo – con i suoi 19 articoli – è stato sottoposto a una consultazione pubblica, avviata con una delibera del 22 settembre, senza che emergessero osservazioni tali da richiedere modifiche sostanziali. I principali aggiornamenti rispetto al codice precedente riguardano norme di comportamento circa l’utilizzo degli strumenti informatici, l’uso dei social media e gli obblighi di formazione in materia di etica pubblica. In generale, i dipendenti devono «agire con disciplina, onore, legalità, imparzialità, trasparenza e spirito di servizio».

Nel dettaglio, è vietato chiedere o accettare doni salvo quelli d’uso di modico valore (massimo 150 euro all’anno), favori o utilità da persone o enti che abbiano interessi legati all’attività d’ufficio; eventuali regali indebiti dovranno essere restituiti o devoluti a fini istituzionali.

In caso di interessi personali o economici propri o di familiari, il dipendente ha l’obbligo di astenersi da ogni decisione o attività e di comunicare eventuali rapporti che possano interferire con la propria funzione.

Per i tre anni successivi alla cessazione del servizio, resta inoltre vietato assumere incarichi presso soggetti privati già destinatari di poteri autoritativi da parte della Regione. Il nuovo codice richiama anche la necessità di collaborare con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct) e di segnalare eventuali irregolarità.

Ampio spazio è riservato al comportamento digitale: i dipendenti possono utilizzare i beni e gli strumenti informatici esclusivamente per fini di servizio e devono evitare la diffusione di dati o messaggi che possano compromettere la reputazione dell’amministrazione.

Sui profili social personali è richiesto un comportamento sobrio e rispettoso, evitando commenti o contenuti che possano nuocere al decoro istituzionale. Ruolo centrale è affidato ai dirigenti, chiamati a vigilare sul rispetto del codice, a promuovere pari opportunità e benessere organizzativo e a intervenire tempestivamente in caso di comportamenti scorretti.

E chi sgarra? Rischia sanzioni che possono tradursi in responsabilità disciplinare, civile, penale o amministrativa. 

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