Report torna in Veneto con due inchieste su politica, affari e armi
Il programma televisivo di Ranucci indaga su presunte interferenze della ’ndrangheta a Verona. E poi su mitragliatrici spuntate in cantiere ad Adria, pressioni politiche e crisi aziendali

Report in Veneto. Le telecamere di Sigfrido Ranucci e della sua squadra sono tornate nella nostra regione e domenica 16 novembre su Rai 3 sono andate in onda due inchieste giornalistiche, che fanno discutere.
Una rispolvera i legami tra la politica veronese e la’ndrangheta, l’altra approfondisce la crisi di un’azienda strategica che produce motovedette militari, finita al centro di pressioni politiche, fondi sospetti e armi non tracciate.
La prima inchiesta
Il focus principale della prima inchiesta, di Walter Molino, riguarda due candidati di Fratelli d’Italia alle regionali del 23-24 novembre: il consigliere uscente Stefano Casali e il vicesindaco di Lavagno David Di Michele.
Elemento di continuità con un’inchiesta del 2014 è Domenico Mercurio, imprenditore calabrese, oggi collaboratore di giustizia. Mercurio sostiene di aver avuto rapporti politici rilevanti: avrebbe portato voti a vari esponenti locali, includendo Casali e Di Michele.
Riguardo a Casali, racconta di una cena nel 2012 – alla presenza anche di Flavio Tosi ed Elio Nicito – che avrebbe ufficializzato un’alleanza politica. Casali e Nicito hanno smentito via email a Report di aver mai organizzato incontri con Mercurio.
Per Di Michele, Mercurio afferma di aver contribuito ai 600 voti ottenuti alle comunali 2014 e alla sua successiva ascesa politica. Di Michele nega: sostiene che Mercurio non abbia mai fatto campagna per lui e che i suoi consensi derivino dai rapporti personali.
La seconda inchiesta
La seconda inchiesta, invece, a firma di Daniele Autieri, ricostruisce la crisi del Cantiere Navale Vittoria, azienda strategica che produce motovedette militari per lo Stato, con sede ad Adria (Rovigo).
Dopo il fallimento, il cantiere viene acquistato dal geologo Roberto Cavazzana, arricchitosi col Superbonus, con il via libera della Presidenza del Consiglio tramite golden power.
Durante le riprese di Report, però, nel cantiere compaiono due mitragliatrici Browning non dichiarate, ufficialmente destinate a motovedette per l’Oman ma mai montate e rimaste inspiegabilmente in un magazzino. Il ritrovamento, avvenuto sotto gli occhi della troupe, fa ipotizzare una possibile manipolazione.
L’ex ad Francescomaria Tuccillo denuncia pressioni, avvertimenti sulla sicurezza e la sua rimozione improvvisa dopo gli episodi delle armi e dell’attentato a Ranucci.
Sostiene inoltre che parte dei soldi per rilevare il cantiere sarebbero arrivati da società legate a indagini sul Superbonus e a soggetti vicini al clan dei Casalesi, circostanze che Cavazzana nega.
Attorno al cantiere si muovono poi figure controverse, come il commercialista Antonio Schiro, gestore della liquidazione e protagonista di reti societarie internazionali.
Un suo versamento a un conto elettorale di Forza Italia a sostegno di Gaia Maschio, oggi assessora a Conegliano e al tempo candidata alle regionali, documentato da Report, viene da lui smentito nonostante la ricevuta.
Sullo sfondo compaiono inoltre interessi di ambienti locali di Fratelli d’Italia e la proposta d’acquisto di Francesco Osanna, imprenditore e già esponente di Casapound a Latina.
Il quadro che emerge è quello di un’azienda in difficoltà finita al centro di pressioni politiche, fondi sospetti e armi non tracciate, con indagini in corso su possibili traffici e irregolarità.
Le due inchieste delineano quindi un contesto complesso, dove politica, affari e sicurezza si intrecciano in modo delicato. —
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