Ricoveri nelle terapie intensive Covid in Veneto: ultraottantenni dimezzati, cresce la fascia tra 60 e 69 anni

Finisce in terapia intensiva il 10-11 per cento dei ricoverati, in provincia di Padova il 22 per cento; lo 0.5 per cento dei positivi
Il dottor Paolo Rosi
Il dottor Paolo Rosi

VENEZIA. “Si va verso i 300 – 320 posti letto occupati in terapia intensiva in Veneto a fine marzo, inutile dire che il numero della crescita è strettamente legato alla crescita di positivi”. Lo ha sottolineato il dottor Paolo Rosi il coordinatore del comitato di crisi coronavirus incaricato da Luca Zaia di sovrintendere al potenziamento delle terapie intensive.

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“In merito agli ingressi giornalieri in terapia intensiva, ora ne registriamo 20, anche 26 al giorno in entrata nei vari ospedali veneti. La media dei nuovi ingressi supera i pazienti che escono. La curva sta salendo è meno ripida di quella di ottobre e novembre”.

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“Tutta questa situazione provoca stress ulteriore sulle strutture ospedaliere visto che bisogna rallentare sugli altri ricoveri per liberare risorse di sanitari per il Covid” ha aggiunto Rosi. "C’è una riduzione importante degli ultraottantenni ricoverati: si sono dimezzati. E aumentata la fascia di ricovero tra i 60 e 69 anni in terapia intensiva. Vanno in terapia intensiva circa il 10-11% dei ricoverati (provincia di Padova 22%). Sul totale dei positivi è lo 0.5% dei positivi. Nelle terapie intensiva è in discesa la mortalità, che è stata stimato circa nel 50%, la riduzione è di qualche punto percentuale”.

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