«Rischio infiltrazioni nella giunta Tosi Alfano intervenga»

PADOVA. Il caso «Tosi-Verona» approda in parlamento: sei deputati del Pd, Emanuele Fiano, Alessandro Naccarato, Alessia Rotta, Vincenzo D’Arienzo, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno depositato un'interrogazione al ministro degli Interni Alfano, in cui chiedono se non sia il caso «di sollecitare un intervento del Prefetto di Verona per verificare con gli strumenti previsti dalla legge, la presenza di rilevanti infiltrazioni criminali in grado di condizionare l’attività amministrativa».
Il Pd solleva gli stessi interrogativi dell’ex sottosegretario Alberto Giorgetti che, dopo aver visto la trasmissione tv «Report» il 7 aprile scorso, aveva chiesto ad Alfano di verificare se esistano le condizioni per sciogliere il consiglio comunale di Verona.
Il ministro degli Interni ha diverse pratiche venete sul suo tavolo: quella dei «24 indipendentisti» arrestati e il caso Verona approdato alla Camera già il 20 novembre 2013 con un’altra interrogazione del Pd che chiedeva chiarimenti sulle presunte «relazioni tra la criminalità e l’impresa veronese Soveco».
Fiano, Naccarato e gli altri 4 deputati Pd, ricostruiscono i recenti atti giudiziari. «Il 23 ottobre 2013 la procura della Repubblica di Verona ha disposto per i reati di peculato, corruzione e abuso d’ufficio, gli arresti del direttore generale, due dirigenti e cinque funzionari della Agec, l’ Azienda gestione edifici comunali del Comune di Verona e di un imprenditore. Il 17 febbraio 2014 è stato arrestato Vito Giacino, vicesindaco e assessore all’Urbanistica cui viene contestato il reato di concussione continuata dal 2008 al 2013. Agli arresti domiciliari anche Alessandra Lodi, avvocato e moglie di Giacino. Il 4 marzo 2014 è stato chiesto il rinvio a giudizio per i vertici di nove aziende partecipate del Comune di Verona e per due componenti del cda di Amt (Azienda mobilità trasporti)». Poi si passa ai fatti di cronaca più recenti: «Il 1 aprile 2014 si è dimesso l’assessore allo Sport Marco Giorlo» mentre la trasmissione Report ha documentato «i rapporti tra il sindaco di Verona Franco Tosi e la consigliera comunale Katia Forte e il presidente della provincia di Crotone Stanislao Zurlo e l’imprenditore Raffaele Vrenna. Le quattro persone sono state immortalate mentre partecipano a una cena a Crotone per raccogliere fondi per la fondazione del sindaco Tosi Ricostruiamo il Paese. Per Zurlo è stato chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa; Vrenna, condannato in primo grado e poi assolto, è stato definito dal capo della Dda di Catanzaro un imprenditore border line».
Ultimo caso sollevato: «la Soveco, azienda di Sabina Colturato e Francesco Urtoler che opera nel settore degli appalti pubblici e partecipa alla realizzazione del traforo delle Torricelle, del filobus e alla ristrutturazione dell’ospedale di Peschiera». I deputati del Pd chiedono se corrispondeva al vero «l’informativa del nucleo di polizia tributaria di Verona numero 6164 del 16 luglio 2009 che individuava legami tra Antonio Papalia e la Soveco spa: Papalia, ex marito della Colturato, è stato coinvolto nel 1989 in un’indagine per traffico di esplosivi al sud e al nord».
Alfano non ha mai risposto: ora romperà il silenzio?
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