Rischio zona arancione, in arrivo nuova ordinanza in Veneto, Fvg ed Emilia. Stop agli assembramenti, cosa hanno deciso i governatori

VENEZIA. Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna lavorano alacremente e all’unisono per arrivare alla definizione di un’ordinanza comune – da emanarsi forse già nella giornata del 12 novembre, – tra le tre Regioni che consenta di provare a contenere l’andamento della curva epidemiologica nei rispettivi territori e, soprattutto, cerchi di salvaguardare quella zona gialla di rischio – intesa come area a minor pericolo messa nel mirino dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Andiamo con ordine e partiamo dalle dichiarazioni del numero uno dell’Iss, Silvio Brusaferro, che ha spiegato nitidamente come «sulla base dell’ultimo monitoraggio, ci sono quattro regioni che si muovono verso un rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare misure più restrittive».
Il presidente fa riferimento alla Campania, ma anche al Friuli Venezia Giulia, all’Emilia-Romagna e al Veneto, cioè a territori che hanno un Rt alto, superiore a 1,5, ma ancora in zona gialla grazie all’altro fattore che viene tenuto in considerazione per decidere la fascia delle regioni e cioè il rischio che – attualmente – resta moderato.
Da qui, quindi, è partito un ragionamento sull’asse dei governatori con Massimiliano Fedriga, Luca Zaia e Stefano Bonaccini che si sono interfacciati per capire come intervenire, in maniera simile, per ridurre il fattore di contagio.
L’obiettivo dei governatori è quello di salvare le zone gialle che consentono una serie di libertà decisamente maggiori rispetto alle aree arancioni e rosse. L’intenzione, pertanto, è intervenire in maniera secca soprattutto limitando le attività dove è maggiore il rischio di assembramenti. Siamo chiari, le immagini delle piazze e delle vie prese d’assalto dai cittadini lo scorso fine settimana – fino alle 18 – non sono piaciute ai presidenti che lavorano, appunto, per evitare che certe scene si ripetano.
La prima ipotesi, tramontata quasi subito, è stata quella di una chiusura anticipata di bar e attività simili. Una strada, immaginata in un primo momento, per ridurre le ore di presenza delle persone nei locali.
Allo stesso tempo, inoltre, si pensa a una stretta decisa delle zone della città dove, normalmente, si ritrovano maggiormente le persone, impedendone l’accesso – in accordo con i sindaci – contingentandolo oppure limitandolo a livello di orari.
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