Rugby, arriva la Rainbow Cup: tutto sulla rivoluzione del Pro 14 e l'arrivo delle sudafricane

La formula del torneo che prelude al nuovo Pro 16: il Benetton Treviso si prepara al rinnovamento. Il calendario dell'Italia tra Sei Nazioni e test match con Nuova Zelanda e Argentina

TREVISO. L’antipasto è pronto. Chiaro, prima bisogna aver prenotato - e, sia ben chiaro, si paga in anticipo, e - visti i tempi - prima di iniziare è necessario lavarsi bene le mani (leggi vaccini), che poi quando arriva la portata principale ci sarà da abbuffarsi davvero. Alla tavola del rugby mondiale, che è apparecchiata per la straordinaria rivoluzione del Pro 16 - lo starter, dunque, è la Rainbow Cup - con un pianeta intero a buttare lo sguardo all’asse Europa-Sudafrica, c’è un posto per il Benetton. Magari non sarà quello vicino al vino buono o al formaggio più ricercato, ma quando arriveranno le pietanze tutti - davvero - potranno deliziarsi il palato: potrebbe essere il pasto più luculliano della storia del rugby.

“CELTICI” E “BOERI”

Preambolo esagerato? Chiedere a Martin Anayi, Ceo del Pro 14, o a Jurie Roux, omologo sudafricano, che si stanno già fregando le mani, nonostante l’ovvia ripercussione economica scatenata dalla pandemia. Era il momento del rilancio, l’occasione da cogliere al volo per alzare il livello di un torneo sbilanciato verso le franchigie irlandesi, e di far fruttare la partnership con il fono Cvc, che ha messo le mani sul 28% del Pro 14. Meglio quindi “chiudere in fretta” il torneo in corso (finale già prenotata da Munster, Leinster deve guardarsi dall’Ulster) e accogliere i tanti campioni del mondo delle sudafricane. Falliti i Southern Kings, salutati i Cheetahs, ecco Bulls, Lions, Sharks e Stormers: il Super Rugby si unisce all’Emisfero Nord. La Rainbow Cup partirà il 17 aprile con due gironi da otto squadre ciascuno, ognuno composto da due squadre irlandesi, due sudafricane, due gallesi, una italiana e una scozzese. Ogni team giocherà una gara di sola andata contro le altre del proprio girone (quindi 7 partite) e le due prime si sfideranno in finale, il 19 giugno.

SOLDI, STADI, SPETTATORI

Un torneo innovativo, e per nulla inutile. Che il ruby sia in espansione è sotto gli occhi di tutti, e c’è già la fila per aprire il portafoglio e investire nella trasmissione televisiva del torneo, sviluppare il merchandising, cercare nuove platee di appassionati per recuperare i “money” necessari a riempire il maialino di porcellana, in attesa del ritorno del pubblico negli stadi.

I VIAGGI OLTREOCEANO

Ogni squadra sudafricana dovrà giocare tre partite in trasferta in Europa, e i “road trip” si svolgeranno in blocchi, il che significa un viaggio di due settimane e mezzo. Le squadre europee giocheranno tutte una trasferta in Sud Africa. Tutto complicato di suo, in mezzo a una pandemia ancora di più, attraversando sette diverse giurisdizioni sanitarie. Così le squadre saranno in "bolle" anti Covid-19 mentre viaggiano attraverso gli emisferi, con rigidi protocolli anti- contagio.

IL BENETTON CAMBIA PELLE

Chiaro che, con uno scenario estremamente competitivo come quello che si presenta, le sette sconfitte consecutive nella manifestazione (pur con tutte le attenuanti del caso) non possono essere un biglietto da visita adeguato. E che nelle prossime settimane l’imperativo in casa biancoverde (licenza almeno fino a giugno 2024, oltre 4 milioni annui di contributo dalla Fir) è raddrizzare un’annata disgraziata. E mettere i mattoncini per il rinnovamento, che dovrà essere notevole: base con i giovani (Garbisi, Lamaro, Cannone), colonne con gli affermati (Ioane, Faiva, Duvenage, Steyn), ai saluti anche qualche big (Keatley, ahinoi Riccioni), con un mercato in fermento. E chissà che il Petrarca non trovi lo spiraglio giusto per entrare nel torneo assieme ai cugini (ma se resta Gavazzi alla Fir si spingerà per Roma).

L’ITALIA CHE VERRA'

Nel contesto si inserisce lo sviluppo azzurro, tremendamente impattante in questo 2020/’21 per i club dopo la (dimenticabile) esperienza autunnale. L’Italia nel Sei Nazioni affronterà Francia (6 febbraio a Roma), Inghilterra (13, a Twickenham), Irlanda (27, all’Olimpico), Galles (13 marzo, stesso stadio) e Scozia (20, a Edimburgo) e ha già fissato tre test match contro la Nuova Zelanda (3 e 10 luglio, e 6 novembre), Argentina (13 novembre) e Uruguay (20). Lo sviluppo dei talenti nei club sarà vitale: per il nostro rugby è l’ora della svolta.—

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