Saldi in Veneto dall’inizio di agosto, ma promozioni da luglio
La Regione accoglie la richiesta di posticipo dei commercianti dell’abbigliamento: «Partire come gli altri anni sarebbe stata una mazzata per gli incassi»

VENEZIA. Appuntamento rimandato di trenta giorni. La delibera della giunta regionale è arrivata ieri: in Veneto i saldi estivi inizieranno l’1 agosto, per dare respiro ai commercianti le cui attività sono state bloccate negli ultimi mesi. Ma c’è una deroga: la possibilità, nei 30 giorni precedenti, di proporre vendite promozionali. E il rischio, dunque, è di una sorta di “doppio saldo” dall’1 luglio al 31 agosto.
In Veneto, in tempi normali si parlerebbe di un giro d’affari da oltre 200 milioni di euro, con una spesa pro capite di 100 euro. Cifre sicuramente da ritoccare (e non di poco) al ribasso, in questo primissimo periodo di crisi post Covid. In ogni caso, la scelta è accompagnata da grande soddisfazione di Regione e associazioni di categoria.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato parla di «sostegno concreto all’essenziale ripresa del commercio», aggiungendo: «La Regione sosterrà con ogni mezzo le attività, fornendo tutti gli strumenti affinché i negozi riaprano e la gente torni ad acquistare. Se rinasce il commercio, rinasce la socialità e rifioriscono i centri urbani».
L’entusiasmo ha la voce di più attori, pur frenato dai primi dati: la gente nutre ancora delle riserve nell’andare nei negozi e il timore è che il posticipo dei saldi possa essere un ulteriore deterrente. «Ora le persone sono tornate nei negozi solo per gli acquisti essenziali. Sappiamo che posticipare i saldi potrebbe essere un ulteriore freno, ma vendere ora prodotti scontati, significherebbe chiedere alle imprese di fabbricarsi un cappio al collo. Dobbiamo provare a salvare quello che rimane di questa stagione. Ci sono imprese indebitate che non possono permettersi di “tenere” tutta la merce invenduta. E vendere in saldo, ora, vuol dire morire. Senza dimenticare che il nostro settore è stato totalmente abbandonato, con l’esclusione del bonus di 600 euro, cioè 200 euro al mese».
Esprime soddisfazione per l’abolizione del divieto delle vendite promozionali Giannino Gabriel, presidente regionale della federazione moda Italia di Confcommercio: «È importante che i commercianti di moda e calzature possano affrontare la concorrenza di outlet, temporary shop ed e-commerce». Mentre Maurizio Franceschi, presidente di Confesercenti Venezia e Rovigo, parla di vittoria quasi “personale”. «Verrebbe da dire che è stato necessario il Coronavirus per mettere d’accordo tutte le Regioni nel decidere il posticipo dei saldi» dice, sarcastico. Non che l’accordo fosse necessario, ma è evidente che una decisione a “macchia di leopardo” significherebbe compromettere gli affari delle regioni decise al posticipo. «Si chiamano “saldi di fine stagione”, ma l’1 luglio non è fine stagione». Lo stesso vale per i saldi invernali e la richiesta è che, dalla prima settimana di gennaio, questi siano spostati a fine febbraio.
L’obiettivo di Franceschi, dunque, è che il posticipo non sia cristallizzato entro la straordinarietà del periodo, ma che sia una previsione nata oggi, pronta a ripetersi anche in periodi ordinari, passando per la reintroduzione del divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti. Divieto ora eliminato per incentivare lo shopping. «Il binomio su cui si costruiscono i consumi sono disponibilità economica e fiducia per il futuro. Entrambe venute meno, visto che stiamo vivendo una fase di recessione, attraversata dalla paura. Questo mix è un forte di disincentivo ai consumi» l’analisi.
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