Sarà a Udine l’adunata nazionale degli alpini del 2021

UDINE. I “veci” del Veneto si stanno già dando appuntamento a Udine, dal 6 al 9 maggio 2021. È la stessa febbre che si poteva cogliere quand’è stata annunciata l’adunata nazionale a Treviso. Il Friuli alpino, infatti, è anche veneto. Sotto le macerie della caserma Goi, a Gemona, quella notte dell’orcolat, il terremoto, morirono anche dei soldati trevigiani. E fra i primi a salire sui tetti delle case riparabili, nell’estate del 1976, vi furono le penne nere del Veneto, generando di fatto il primo seme della protezione civile.
L’adunata è stata assegnata a Udine e alle 8 sezioni Ana del Friuli Venezia Giulia dal “parlamentino” dell’associazione, riunito l’altro ieri a Milano: il Consiglio centrale.
Schiacciante l’esito del ballottaggio finale: 16 voti a 6 per Udine contro Alessandria, l’ultima città rivale rimasta in lizza, dopo l’eliminazione delle altre candidate, Brescia e Matera. «Non poteva che andare così» ammette il presidente nazionale, Sebastiano Favero, di Possagno «È vero, Udine ha avuto il raduno nel 1996, che è stato grandioso. Ma si meritava questo ritorno. Per ciò che la città e il Friuli rappresentano in termini di alpinità. Per come questa terra ha saputo rinascere dal terremoto, tra l’altro facendo leva sull’autonomia dei poteri. E per l’apporto dato dagli alpini che con l’indimenticabile commissario Zamberletti hanno originato la Protezione civile».
Sarà, quella di Udine, l’ennesima occasione che il presidente Favero avrà per rilanciare la leva: «Militare o civile che sia. Mi basta che sia un servizio dei nostri giovani alla patria» sostiene.
L’Ana di Treviso si è già messa a disposizione di quella di Udine per ripetere il successo dell’“Adunata del Piave”. Con ogni probabilità sarà ancora lui, il trevigiano Renato Genovese, generale in quiescenza, a coordinare l’organizzazione. Lo ha fatto a Trento e Milano, si ripeterà il prossimo anno a Rimini (dall’8 al 10 maggio) poi, appunto, toccherà a Udine.
Un successo atteso, quello di Udine, che fa dimenticare la delusione del 2015, quando L’Aquila soffiò al Friuli l’Adunata del centenario, l’anniversario dell’entrata dell’Italia nella Grande guerra, quella degli eroi del Piave e del Carso. Tra le motivazioni forti dell’assegnazione a Udine, anche i 100 anni del Milite ignoto che partì dalla basilica di Aquileia, dove Maria Bergamas, mamma di un soldato morto nelle trincee, scelse la bara con i resti del Caduto senza nome, che dopo un solenne e memorabile viaggio in treno, arrivò all’altare della Patria a Roma. E ancora la ricorrenza del secolo della sezione Ana di Udine e del passaggio formale delle terre dell’ex impero austroungarico (tra cui Tarvisio) all’Italia. Ma il Friuli, come Treviso, ha saputo giocarsi al meglio anche per il supporto economico già ricevuto. Il costo di un raduno da 500 mila presenze arriva a due milioni di euro. —
F. D. M.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova