Savoia, le pretese e il loro debito con il Paese

I Savoia che sono sulla scena oggi (il principale fra loro, cui spetterebbe il trono d’Italia se l’Italia avesse un trono, è un giovanotto di belle fattezze, non eccelsa cultura, scarso lavoro) chiedono allo Stato la restituzione dei cosiddetti “gioielli della corona”, che sono depositati presso la Banca d’Italia da quando l’Italia è diventata repubblica.

Li chiedono “ufficialmente”, cioè tramite avvocati. Insomma, ci fanno causa. E l’Italia dovrà dare una risposta ufficiale. In quanto italiano, rispondo, e spero d’interpretare il vostro pensiero. Per me, i Savoia non hanno nessun credito, ma hanno un debito immenso verso di noi. Hanno accettato il fascismo, fin dalla marcia su Roma, hanno firmato le leggi razziali, con ciò tradendo i diritti di una parte dei loro sudditi che erano pienamente cittadini, hanno approvato l’alleanza con la Germania di Hitler (Hitler scese in Italia per incontrare Mussolini e rimase stupito quando si vide ricevere dal re, che gerarchicamente veniva prima del duce), e quando quell’alleanza portò alla guerra e la guerra fu sùbito disastrosamente perduta, cosa fece il re? Abbandonò la parte d’Italia ancora in guerra, cioè il Centro-Nord, abbandonò l’esercito combattente, di cui era il capo supremo, e scappò nell’Italia già liberata dagli alleati, cioè nel Sud. Quello, per me, fu alto tradimento. Il più alto tradimento che noi-popolo potessimo subire. Il comandante supremo, il re, ci piantò in asso, sotto i bombardamenti degli americani e le rappresaglie dei tedeschi, per salvare la pelle.

Era in vigore il codice militare di guerra. Il codice militare di guerra distingueva tra diserzione “in presenza del nemico” e diserzione “in faccia del nemico”. Questa dei Savoia fu una diserzione “in faccia”, per gettarsi fra le braccia del nemico. Per me, strameritavano la fucilazione, in base alle leggi che loro stessi avevano scritto e firmato. Era giusto, era legittimo che il re venisse fucilato con questa formula: “Maestà, in nome di Sua Maestà, sia passato per le armi!”. In Cina, quando uno viene fucilato per tradimento, mandano alla famiglia l’ordine di pagare le spese del proiettile. E qui da noi i Savoia pretendono la consegna dei gioielli della corona? Mi pare chiaro che eran gioielli dello Stato-monarchia, e che son diventati gioielli dello Stato-repubblica. Evidentemente, i Savoia non hanno una corretta percezione del rapporto dare-avere tra loro e il popolo. Il male che han fatto al popolo è così grande che non si può misurare. Un Savoia, interrogato sulle leggi razziali, osò dire che “non erano poi così terribili”. Non credo che sia un malvagio, che approva la malvagità del razzismo. Credo che sia poco intelligente, e non la capisca. Anche Mussolini firmò le leggi razziali, e anche lui, quando la guerra era perduta, cercava di scappare, travestito nella divisa di un esercito straniero. Meritava la stessa fine: fucilazione nel nome delle sue stesse leggi.

Qualcuno si prende la briga di fare il conto di quanto valgono i gioielli della corona, e arriva alla somma di 300 milioni di euro. Ma il re e il duce hanno massacrato la nostra nazione, hanno devastato le nostre città, han causato caterve di morti in giro per il mondo, meritano forse 300 milioni di euro di buonuscita?

“Se avanzo seguitemi, se retrocedo uccidetemi”, diceva il duce, parlando anche in nome della monarchia. Son retrocessi, e adesso voglion soldi? Anzi, diamanti? —

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