Scuola padovana dice sì all’alias per i trans

Il liceo Cornaro dà il via libera all’uso nei documenti dell’identità alternativa a quella anagrafica: è il primo istituto in Veneto
Roberto Rafaschieri
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - STUDENTI AL CORNARO
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - STUDENTI AL CORNARO

/ PADOVA

Il liceo Cornaro di Padova è la decima scuola pubblica in Italia – la prima in Veneto – a dotarsi di un regolamento per la carriera alias, che permette a studenti e studentesse transgender che intraprendono un percorso (psicologico, medico e legale) di affermazione di genere ed eventualmente di rettifica anagrafica, di usare il proprio nome di elezione all’interno della scuola, anche nei documenti. Da tempo si discute sull’introduzione della carriera alias nelle scuole superiori, mentre questa è garantita da diversi anni in buona parte delle università italiane.

IDENTITÀ PROVVISORIA

La carriera alias è un’identità anagrafica provvisoria che compare in tutti i documenti interni della scuola (registro elettronico, badge, mail, pagelle e altri) e che riporta il nome di elezione della persona transgender che la utilizza, nel caso in cui non abbia ancora potuto rettificare i propri documenti di identità. In base alla normativa italiana, dal momento in cui una persona transgender inizia a utilizzare il suo nome di elezione al momento in cui questo nome compare sui suoi documenti possono passare anche anni. L’uso del nome anagrafico può essere fonte di stress e disagio per una persona transgender che non lo utilizza più, tanto che la cosa ha un suo nome specifico: “deadnaming”, ovvero chiamare una persona con un nome “morto”. E in molti casi a essere violata non è solo l’autodeterminazione ma anche la privacy. Anche in virtù del fatto che un’eventuale terapia ormonale sostitutiva inizia ben prima della rettifica dei documenti, una persona transgender potrebbe essere riconosciuta come tale solo guardando i documenti “vecchi”, che rivelerebbero un’informazione che la persona potrebbe non voler rivelare.

APPROVATO UN REGOLAMENTO

Da qui nasce l’esigenza di estendere una possibilità già garantita a molti studenti universitari, anche ai ragazzi più giovani. Il regolamento del Cornaro prevede un percorso affine a ciò che avviene in buona parte degli atenei e nelle altre scuole in Italia che lo prevedono. L’attivazione di un «profilo burocratico alternativo e temporaneo che comporta la sostituzione del nome anagrafico con quello elettivo», è riservata a studenti che «dimostrino di aver intrapreso un percorso psicologico, medico e legale diretto alla rettifica del nome e dell’identità di genere». La persona interessata (o i genitori, in caso di studenti minorenni) dovrà quindi presentare la relativa documentazione. La carriera alias tutela in tutto e per tutto la privacy perché il nome di elezione sarà l’unico a comparire nei documenti interni alla scuola. Per le certificazioni rilasciate a uso esterno, invece, verrà utilizzato il nome anagrafico fino all’avvenuta rettifica dei documenti. In quel momento (o in caso di richiesta esplicita) la carriera alias viene terminata. Il regolamento è stato approvato lunedì dal consiglio di istituto del liceo, portando a compimento un’iniziativa degli studenti di tutta la città. «Tutto è iniziato a ottobre, dopo l’ennesimo caso di uno studente transgender discriminato in un liceo della città – spiega Marco Nimis, coordinatore della Rete degli studenti medi di Padova – Volevamo garantire un riconoscimento reale a tutti gli studenti e le studentesse transgender, a partire dal poter utilizzare il proprio nome».

PRIMA SCUOLA IN VENETO

In poco tempo è partita una vera e propria movimentazione nazionale. A fine 2020 erano solo 4 le scuole pubbliche in cui esisteva la carriera alias: il liceo delle Arti di Rovereto (Trento), il Cerboni di Portoferraio (Elba), l’artistico di Latina, e il Foligno1 in Umbria. Negli ultimi mesi si sono aggiunti anche il Ripetta e il Pacinotti-Archimede di Roma, l’Elena Principessa di Napoli, il Galilei di Civitavecchia, il Picasso di Pomezia, e ora anche il Cornaro. Molti anche gli istituti padovani in cui gli studenti hanno già presentato la proposta: Modigliani, Selvatico, Duca D’Aosta, Da Vinci, Einaudi, Fermi. «Non sono mancate resistenze – fa sapere la Rete – Al Tito Livio è stata rifiutata anche l’introduzione della discussione all’ordine del giorno del consiglio, mentre al Da Vinci il consiglio ha votato contro, giudicato dalla preside inutile». «Questo strumento non è la soluzione definitiva – sottolinea Beatrice Bertogno, rappresentante del Cornaro – Bisogna sempre attestare un percorso di transizione già iniziato, percorso che è tutt’altro che accessibile, soprattutto per chi ha meno di 18 anni. Ma passi in avanti come questo possono far sentire a casa studenti e studentesse che, a oggi, a scuola trovavano solo l’imposizione di quello che non sono». —

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