Scuola, professori senza cattedra piantano la tenda sotto il Comune
La protesta dei precari rimasti senza cattedra si concretizza con un gesto forte sotto palazzo Moroni. Al ritorno tra i banchi dei 105 mila studenti padovani troveranno aule superaffollate dopo la riforma Gelmini. I sindacati sul piede di guerra

La tenda dei precari davanti al municipio
PADOVA. Mancano tre giorni al suono della campanella dell'anno scolastico 2010-2011, il secondo dell'era Gelmini. Lunedì prossimo 105.000 studenti varcheranno i cancelli delle scuole. Anche quest'anno la scuola inizia all'insegna del precariato, delle classi sempre più affollate e delle mobilitazioni già programmate dai Cobas e dai sindacati confederali, Cgil in testa.
Ieri mattina un gruppo degli 800 supplenti padovani rimasti senza lavoro ha innalzato una tenda davanti Palazzo Moroni ed ha deciso di mantenere tale presidio di protesta minimo sino a lunedì. Tra loro anche Carlo Pettenello, figlio di Roberto e Daria Zangirolami, Alvise Sgaravatti, della dinastia omonima dei vivaisti, Marta Savoldo ed Andrea Battaglioni. Drammatico il messaggio scritto sotto il gazebo. «Ieri precari, oggi disoccupati, domani criminali».
Ognuno di loro si porta dietro una storia di amarezze. «Lavoravo da 10 anni - racconta Marta. Laureata in filosofia, sono stata anche dipendente di un'azienda di autotrasporto e di una casa editrice. Come supplente ho insegnato al Gramsci ed all'Einstein. Quest'anno avevo deciso di mettere su famiglia. Ma come si fa senza un lavoro?». A proposito di alternativa alle 800 supplenze annuali non concesse, i precari possono chiedere il sussidio per 9 mesi, loro concesso se s'iscrivono ai corsi di formazione programmati. «Per i supplenti perdenti posto la Regione dispone di soli 2 milioni di euro - dice Nereo Marcon, segretario della Cisl-Scuola-. Non sono tanti, ma questa forma di cassa integrazione rappresenta qualcosa per venire incontro ai loro bisogni quotidiani».
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AULE AFFOLLATE.
In tantissime classi, dopo la nuova norma ministeriale che impone minimo 27 alunni nelle prime e nelle terze degli istituti superiori, ci saranno anche trenta studenti per aula. Il top è stato raggiunto in una classe dell'istituto Alberti: 34. Segnalati ancora 32 ragazzi in una terza del Mattei a Conselve ed in un'altra del Kennedy, a Monselice. Anche in molte prime del Tito Livio la nuova preside, Aurora Scala, è stata costretta a formare classi di 30 allievi. Allo Scalcerle, si fa per dire, è andata meglio: le classi sono tra i 28 ed i 29 studenti. Durissimo il commento di Angelo Zuppardo. «La scuola non è una caserma - sostiene il sindacalista della Cgil -. Per i docenti sarà molto difficile insegnare a classi così grasse. Purtroppo questi sono i frutti dei tagli decisi dall'accoppiata Tremomti-Gelmini». Intanto i Cobas terranno un'assemblea aperta ai cittadini nel pomeriggio di lunedì al Ruzza, mentre la Cgil ha già indetto lo sciopero: un'ora ogni 2 settimane.
SCUOLA PRIMARIA.
Diminuite le classi a tempo pieno per carenza nell'organico di fatto. Tanti genitori-lavoratori dovranno fare i salti mortali per individuare un'alternativa alle ore di lezione per i propri figli anche dopo pranzo. Scuola Diego Valeri, facente parte dell'Undicesimo Istituto Comprensivo, guidato dal preside Francesco Arnau: l'ex supplente annuale, il siciliano di Palermo, Simone Reina, è stato riassunto. Era finito sulle prime pagine dei giornali perché, dopo aver raccolto circa 200 firme, i genitori della classe del docente avevano scritto una lettera alla dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, Giuliana Bigardi, per consentirgli di lavorare alla Valeri anche per quest'anno scolastico. Liceo Paritario Barbarigo: dopo il Calvi, anche gli studenti delle prime classi dell'istituto di Via Rogati, guidato dal preside, don Cesare Contarini, non andranno a scuola al sabato. «La richiesta è venuta direttamente dalle famiglie» osserva don Cesare.
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