«Sei un ciccione»offeso e picchiato perché grasso

Ragazzino dodicenne perseguitato da una baby-gang, gli «Scorpion» (nella foto, il loro marchio a vernice spray sui muri della città): siccome lui è sovrappeso, i teppisti lo affrontano, per la strada come al patronato, chiamandolo «ciccione» e mostrandogli in modo minaccioso i taglierini che portano sempre in tasca; l’avevano già picchiato e sabato stavano per ripetersi, ma il ragazzino ha chiesto aiuto alla polizia
Girano in branco. Si muovono in bicicletta. Hanno sempre il taglierino in tasca. Sono poco più che quindicenni, si fanno chiamare «Scorpion gang» e da qualche mese rendono la vita impossibile ad un ragazzino di 12 anni, la cui unica colpa è di essere un po’ sovrappeso. Lo perseguitano in strada e al patronato di Santa Rita, lo chiamano «ciccione». L’hanno anche già picchiato e sabato stavano per ripetersi. Per questo il giovane si è visto costretto a chiedere aiuto alla polizia. In tutta questa storia di bulli di quartiere c’è anche una madre terrorizzata, che già una volta è scesa in strada per difendere il proprio figlio.


LA TESTIMONIANZA.
«Certo, ho paura, ma non posso rimanere sempre chiuso in casa. Questa situazione deve essere risolta». Il ragazzino di 12 anni frequenta la seconda media e qualche ora del pomeriggio la trascorre con gli amici nel patronato di Santa Rita. «Noi di solito frequentiamo il patronato di Santa Rita o il parco che c’è di fronte - racconta - ma ogni volta che quei ragazzi si ritrovano ci minacciano facendoci vedere i coltelli». Coltelli? «Hanno i taglierini, quelli che si usano a scuola. Ci fanno vedere la lama e ci obbligano a sparire, ad andare via. A me dicono che sono un “ciccione” e che mi romperanno la faccia».


SCORPION GANG.
Sono in otto e hanno tra i 14 e i 15 anni. Sono stranieri di seconda generazione. C’è qualche rumeno, qualche marocchino. Tra i giovanissimi sono conosciuti come la «Scorpion gang», il cui segno distintivo è un graffito con cui hanno imbrattato i muri di molti edifici del quartiere. «All’inizio ce l’avevano con un mio amico - racconta ancora il dodicenne - ho detto a quei ragazzi di lasciarlo stare. Loro mi hanno sbattuto contro il muro e preso a calci e pugni. Da allora mi perseguitano».


SABATO POMERIGGIO.
«Alle 15.30 io e i miei amici siamo andati in patronato ma dopo qualche minuto sono arrivati due componenti della banda. Ci hanno detto che sarebbero arrivati alle 18 e che se c’eravamo ancora, ci avrebbero preso a bastonate. Io ho preso paura e ho avvisato la polizia. In effetti, verso le 18, sono arrivati in otto. In mano avevano qualcosa, forse dei bastoni. Ma subito dopo è arrivata anche una volante della polizia. Così sono fuggiti e ci hanno lasciato stare». Gli agenti delle volanti hanno messo a verbale il racconto dei tre minorenni e ora è in corso l’indagine per scoprire i nomi degli appartenenti alla banda.

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