Sforbiciata ai vitalizi in Regione: tagli fino al 30%, ricorsi in vista

VENEZIA. I vitalizi concessi ad ex parlamentari e consiglieri regionali, figurano – a pieno titolo – tra i retaggi più odiosi di una vecchia politica tenace nel difendere i privilegi di casta. Su impulso 5 Stelle, il Governo gialloverde e le Regioni (con la sola opposizione della Sicilia, “punita” con la riduzione di contributi statali previsti in caso di inadempienza) hanno concordato una riduzione sensibile degli assegni: inaugurata alla Camera e al Senato, con tagli mediamente attestati sul 30%, ora la scure legislativa calerà sui consigli regionali.
L’approdo contributivo
Un ruolo rilevante nella definizione dell’accordo l’ha svolto Roberto Ciambetti (delegato dai colleghi del resto d’Italia a trattare con il Governo) e ieri è stato proprio presidente leghista di Palazzo Ferro-Fini ad illustrare il progetto di legge alla prima commissione in vista del passaggio in aula. Di che parliamo, anzitutto? Degli assegni erogati agli ex consiglieri (o ai loro eredi legittimi) per una spesa annuale vicina agli 11 milioni.
L’importo varia da 1500 a 4500 euro mensili lordi, esclude gli amministratori attuali e “premia” invece l’arco temporale esteso tra 1970 e 2015. «Vogliamo introdurre un sistema contributivo che porterà ad una rendita proporzionale a quanto effettivamente versato dagli ex consiglieri», le parole di Ciambetti «avremo così una diminuzione oscillante tra il 12 e il 17% rispetto a quanto oggi riconosciuto e la diminuzione maggiore riguarderà gli eletti delle prime legislature che avevano versamenti più contenuti rispetto ai loro colleghi che li hanno seguiti. In alcuni casi potrebbero esserci dei tagli attorno al 30 per cento, sebbene nessuno degli aventi diritto scenderà sotto i mille euro lordi al mese. È un provvedimento complesso quanto importante, valutato con molta attenzione dai nostri uffici».
Battaglia legale di Paniz
L’allusione corre alla battaglia legale annunciata da una trentina di veneti beneficiari del provvedimento, per nulla intenzionati a mollare l’osso. A rappresentarli sarà l’avvocato bellunese Maurizio Paniz, già parlamentare di Forza Italia e “patrono” di quasi ottomila ricorrenti, sparsi in tutto il Paese.
La sua linea è quella dei rispetto dei diritti acquisiti più volte ribadita dalla Cassazione mentre i riformatori confidano nel nuovo orientamento trapelato, qua e là, da alcune sentenze della Corte in materia.
Nel dettaglio, il progetto esposto a Venezia prevede cinque aliquote crescenti, tarate sul differenziale tra versamenti reali e somme percepite; le medie vanno da un minimo di –15,3 % sui compensi fino 1500 euro ad un picco di –51% a chi ne introita oltre 8 mila: posizione estreme, in verità, perché la grande maggioranza degli interessati “sconterà” tra 12 e 17 punti percentuali che saliranno a 30 per un drappello di privilegiati. Confermata invece la reversibilità in atto a favore degli eredi legittimi.
Un’audizione “calda”
Tant’è. La proposta legislativa è stata dichiarata «non emendabile» dalla maggioranza,decisa ad approvarla senza variazioni con un risparmio annuo stimato in 1,5 milioni. Alessandro Montagnoli, che presiede la commissione, ha aggiornato così la seduta a mercoledì: è attesa in audizione l’associazione degli ex consiglieri. Non sarà una visita di cortesia. —
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