Simulazione dell'importo: rinnovo o primo rilascio, ecco la procedura per ottenere l'Isee 2021

ROMA. Fino a qualche anno fa prestazioni, sussidi e agevolazioni legate all'indicatore Isee erano limitate a strumenti gestiti soprattutto da enti locali o, comunque, da specifiche istituzioni, tra cui le Università. La platea di chi si doveva confrontare con l'Indicatore della situazione economica equivalente (questa la dicitura completa, ndr) era relativamente ristretta, perché pochi e mirati erano i sussidi connessi a questo strumento.
Con il passare degli anni, il governo ha progressivamente introdotto bonus sempre più legati alla capacità economica delle famiglie, fino ad arrivare all'annus horribilis che si è appena concluso, in cui l'esecutivo, nel tentativo di sostenere l'economia, ha varato decine di agevolazioni il cui funzionamento è quasi sempre vincolato alla capacità economica delle famiglie. Di conseguenza, sta aumentando notevolmente il numero dei contribuenti che si rivolgono a Caf e professionisti abilitati per conoscere l'indicatore Isee del proprio nucleo familiare.
Il momento giusto
Chi si confronta con la complessità dell'Isee, spesso si fa prendere dallo sconforto. Per richiederlo e compilare la Dichiarazione sostitutiva unica, oltre ai dati che si possono autocertificare, c'è bisogno di raccogliere documenti che non sempre sono a portata di mano. Una fatica che in tanti, a un certo punto, ritengono di risparmiarsi convinti, erroneamente, che il proprio Isee sia lontano dai limiti previsti dai vari regolamenti che consentono di accedere ai bonus.
Può sembrare anche banale precisarlo, ma si tende molto spesso a sovrapporre reddito percepito e reddito Isee, o comunque a ritenere che i due valori siano tra loro molto simili. Non è affatto così, perché nel complicato calcolo che determina l'Indicatore della situazione economica equivalente, il reddito percepito ha certamente un peso, ma è solo una delle tante variabili che entrano in gioco, tra cui ci sono composizione del nucleo familiare, patrimonio mobiliare (risparmi intesi come soldi sul conto corrente, ma anche titoli di stato, obbligazioni e certificati di deposito e credito), patrimonio immobiliare e possesso di veicoli.
Una simulazione
Prima di rinunciare, in caso di dubbi si può ricorrere a uno dei diversi simulatori che consentono di calcolare l'indicatore Isee direttamente sul web. Tra i più affidabili c'è quello messo a disposizione dall'Inps all'indirizzo: https://servizi2.inps.it/servizi/Iseeriforma/FrmSimOrdDati.aspx. Grazie a questi simulatori, in pochi passi e con un minimo di informazioni, si può avere una misura dell'indicatore Isee del proprio nucleo familiare. Volendo fare un esempio, una famiglia di 4 persone con due figli, di cui uno con un'età inferiore ai 3 anni, in cui lavorano sia la mamma che il papà generando un reddito di 68 mila euro lordi annui complessivi, risparmi in banca di circa 15 mila euro e una casa di proprietà con valore ai fini Imu di 150 mila euro (lo si ottiene moltiplicando la rendita catastale per 1,05 prima e per 160 poi, ndr) e 100 mila euro di quota capitale residua di mutuo, avrà un valore Isee di poco inferiore ai 25 mila euro. Una cifra che consente di usufruire di diversi bonus statali. E probabilmente anche di varie agevolazioni decise dagli enti locali o sul fronte dell'istruzione.
I documenti
Per compilare la Dsu, ci si può rivolgere a un Caf o a un intermediario abilitato oppure provare a inviare autonomamente il modello precompilato (a pagina V di questo le istruzioni per fare da sé). In entrambi i casi, però, bisogna arrivare all'appuntamento preparati. Ciò significa partire per tempo con la raccolta dei documenti necessari (la lista è illustrata nel grafico in pagina).
Oltre ai documenti d'identità e al codice fiscale, bisogna essere in possesso di tutte le certificazioni relative a conti correnti ed eventuali risparmi e investimenti. La giacenza media è un dato che solitamente viene inviato annualmente dalla banca presso la quale si ha il conto corrente. Stessa cosa avviene anche in caso di mutuo in corso. Se non si è in possesso di queste informazioni, bisogna rivolgersi all'istituto di credito. Chi non riesce a trovare le certificazioni relative al reddito (modelli 730 e Redditi) li deve richiedere al commercialista o al Caf con il quale ha fatto la dichiarazione dei redditi, mentre per quanto riguarda la documentazione inerente compensi e trattamenti previdenziali (Certificazione unica) bisogna fare riferimento al proprio datore di lavoro o all'Inps. Le informazioni che riguardano la casa, possono essere reperite dall'atto notarile di compravendita mentre, in caso di presenza di persone disabili all'interno del nucleo familiare, bisogna presentare le certificazioni rilasciate da Inps e Asl. Per i veicoli, invece, bastano la targa o gli estremi di registrazione al Pra e, in caso di imbarcazioni, al Rid.
Crisi Covid: ma per chi nel 2020 ha avuto difficoltà sono due i documenti di cui fare richiesta
È evidente che ormai l'Isee è una delle chiavi d'accesso principali alle misure di sostegno messe in campo anche sul fronte dell'emergenza Covid. Grazie ai parametri utilizzati per il calcolo, l'Indicatore dà una fotografia il più fedele possibile della situazione economica di uno specifico nucleo familiare in un determinato periodo di tempo. Nonostante il metodo di calcolo sia stato via via perfezionato, il 2021 rischia di essere un anno anomalo. Il perché sta nelle norme che hanno istituito l'Indicatore della situazione economica equivalente: per restituire un riscontro affidabile, si basa su dati risalenti a due anni prima della richiesta. Per intenderci: l'Isee 2021 sarà calcolato su informazioni reddituali, patrimoniali e anagrafiche relative al 2019 (ricordiamo: il documento rilasciato nel 2020 è scaduto per tutti lo scorso 31 dicembre e - per garantire continuità alle prestazioni - va rinnovato entro il 31 gennaio). L'anno che si è appena concluso, però, rappresenta una situazione senza precedenti a causa della pandemia da Covid 19 e della conseguente crisi economica che ha prodotto milioni di ore di cassa integrazione e mandato in fumo migliaia e migliaia di posti di lavoro. Come fare, quindi, per ottenere un Isee che sia effettivamente calibrato sulle reali condizioni in cui versa un nucleo familiare all'inizio del 2021? Una possibilità c'è ed è espressamente prevista dalla norma, ma si fonda su un doppio passaggio.
L'Isee corrente
La normativa prevede, in aggiunta all'Isee ordinario, quello corrente, che permette di aggiornare il valore Isee dei cittadini per i quali è peggiorata la situazione lavorativa o economica rispetto a quella di due anni prima (alla quale si riferisce il modello ordinario). Salvo nuove e ulteriori variazioni, l'Isee corrente dura sei mesi e si può richiedere quando subentrano cambiamenti dell'attività di lavoro autonomo o dipendente (o di trattamenti assistenziali, previdenziali o indennitari, anche esenti Irpef) o quando interviene una modifica del reddito complessivo del nucleo familiare superiore al 25%. Chi, quindi, ha subito contraccolpi economici o perso il lavoro durante il 2020, anche a causa dell'emergenza Covid-19, per vedersi certificata la nuova situazione economica dovrà ricorrere a questo modello.
La procedura
Per poter ottenere l'Isee corrente, bisognerà prima richiedere l'Isee ordinario. Sia in caso di rinnovo che di prima richiesta, il contribuente deve affrontare una doppia procedura. In prima battuta bisogna recuperare i documenti e le informazioni necessarie alla compilazione della Dichiarazione sostitutiva unica da inviare all'Inps per ottenere l'Isee ordinario. Una volta ottenuta la certificazione dall'Inps, si potrà procedere alla richiesta dell'Isee corrente, per la quale sarà necessario reperire i documenti che attestano la variazione della condizione lavorativa (ad esempio la lettera di licenziamento o la chiusura della partita Iva) o la variazione del trattamento percepito (comunicazione con data e tipo di variazione). Nella richiesta va indicato anche quanto percepito nei 12 mesi che hanno preceduto la presentazione dell'Isee corrente (buste paga, certificazione lavoro autonomo) compresi i trattamenti assistenziali previdenziali e indennitari di cui si è usufruito, incluse le carte di debito assistenziali (bonus ricevuti, Reddito di cittadinanza, Assegni familiari, ecc); in caso di dipendente per cui sia intervenuta la perdita, sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, il discorso vale per gli ultimi due anni. Molte delle informazioni richieste per ottenere l'Isee corrente possono essere autocertificate ma generalmente, quando ci si rivolge a Caf o professionisti abilitati, vengono richiesti documenti, ad esempio la busta paga, in grado di comprovare l'entità della riduzione del reddito percepito.
I tempi
Chi avrà necessità di ricorrere all'Isee corrente dovrà mettere in conto che i tempi potranno essere un po' più lunghi del previsto, specialmente in questi giorni quando, alla nuove richieste, andranno sommati tutti i rinnovi per non perdere eventuali prestazioni già in corso di erogazione dall'anno precedente. Le procedure da fare sono due. Una volta presentata la Dichiarazione sostitutiva unica per la richiesta dell'Isee ordinario - è indifferente se la si inoltra tramite Caf o attraverso il portale Inps - ci vorranno circa cinque giorni lavorativi per avere la certificazione da parte dell'Istituto nazionale di previdenza sociale. Successivamente, bisognerà fare una nuova richiesta, con i documenti aggiornati, per ottenere l'Isee corrente. Anche in questo caso, dalla data di invio della domanda alla ricezione della certificazione finale, in media potrebbero volerci almeno 5 giorni lavorativi.
La procedura: precompilato al traguardo in sei passaggi
Dopo la sperimentazione dell'anno scorso, riservata alle famiglie che nel 2016-18 avevano presentato la domanda per l'Isee in via telematica, l'Isee precompilato diventa una realtà per tutti gli italiani. Il contribuente che vuole accedere a una delle tante agevolazioni per le quali la documentazione Isee è necessaria, potrà farlo senza passare da un Caf o da un intermediario abilitato, purché abbia una connessione a internet, un pc o device portatile e una buona dimestichezza con l'informatica.
La sequenza
La procedura da seguire, riassunta nei sei box di questa pagina, è illustrata passo dopo passo sulla sezione dedicata del sito dell'Inps, "Isee precompilato". Tra le informazioni da aggiungere, ci sono i dati reddituali e patrimoniali dei componenti del nucleo familiare. Per ogni componente, bisogna barrare l'opzione giusta tra "non ha patrimoni", "possiede un patrimonio inferiore a 10 mila euro", "possiede un patrimonio pari o superiore a 10 mila euro". Informazioni che, poi, l'Agenzia delle Entrate verifica in modo automatico. Il tempo medio di attesa tra la fine della fase uno e l'inizio della fase due, indispensabile alla verifica dei dati reddituali e patrimoniali da parte dell'Agenzia delle Entrate, è di circa un'ora. I tempi necessari per la lavorazione dell'Isee precompilato, invece, variano. Secondo l'Inps, «più della metà dei cittadini attestano la dichiarazione in giornata, impiegando solo qualche ora; circa il 20% impiega almeno un giorno». L'anno scorso, fa sapere l'ufficio stampa dell'Istituto di previdenza sociale, sono state presentate, da persone di età media pari a 45 anni, 840.450 dichiarazioni Isee precompilate. In Lombardia il maggior numero, il 23,8% del totale: seguono a distanza Lazio (11,6%), Veneto (9,2%), Piemonte (8,3%), Emilia-Romagna (8,18%), Campania (7,9%).
I tempi
Le date da ricordare sono il 31 gennaio e il 28 febbraio. Entro il 31 gennaio devono rinnovare la dichiarazione Isee tutti i beneficiari del Reddito o della Pensione di cittadinanza. Una volta inviata la dichiarazione, la domanda di Reddito di cittadinanza sarà processata e, se le Entrate confermano i requisiti, verrà erogato il reddito; chi invierà la documentazione con tutti i dati corretti dopo il 31, riceverà comunque le mensilità arretrate, con due erogazioni mensili, il 15 e il 27 del mese. Entro il 28 febbraio, vanno rinnovate le dichiarazioni Isee per chi vuole ottenere la carta acquisti, cioè la carta elettronica da 80 euro ogni due mesi per pagare luce e gas e fare la spesa. A seconda della prestazione, il limite Isee varia: 9.360 euro per il Reddito di cittadinanza, 10 mila per il bonus occhiali, 20 mila per il bonus tv, 30 mila per le riduzioni sulle tasse universitarie.
Quando il rinnovo a gennaio diventa un obbligo
L'Isee è anche uno dei requisiti fondamentali per ottenere e calcolare Reddito e Pensione di cittadinanza. Anche se al momento della richiesta dei sussidi è necessario presentare una Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) che certifica la capacità economica del nucleo familiare, nel momento in cui l'Isee scade bisogna obbligatoriamente richiederne uno nuovo in grado di dare una fotografia aggiornata della situazione. Gli Isee presentati nel 2020 sono tutti scaduti il 31 dicembre dell'anno scorso. Chi vuole continuare a percepire prestazioni assistenziali, come ad esempio la Social Card dedicata o a chi a più di 65 anni di età o ai bambini con meno di 3 anni, deve rinnovare l'Isee, altrimenti il sussidio viene sospeso.
I sussidi
Reddito e Pensione di cittadinanza sono prestazioni che vengono erogate ogni mese. Chi ne ha diritto, e ha già percepito somme nel 2020, se non vuole interrompere la continuità, deve presentare un nuovo Isee entro il 31 gennaio. Questa necessità è stata ribadita di recente dall'Inps, che ha invitato i contribuenti ad avviare le pratiche di rinnovo. In ogni caso, il pagamento del mese di gennaio, in programma il giorno 27, non è a rischio perché è riferito ai redditi di dicembre. A partire da febbraio, però, il calcolo del Reddito e della Pensione di cittadinanza sarà correlato alle Dsu valide del mese di gennaio 2021 e si renderà quindi necessario aggiornarle. A chi non provvederà a presentare un nuovo Isee entro fine mese, verrà sospesa l'erogazione. Questo, però, non significa perdere il diritto a percepire Reddito o Pensione di cittadinanza. Non appena il contribuente presenterà la nuova documentazione, l'erogazione del sussidio ripartirà con i relativi arretrati. Anche alla luce della particolarità dell'anno che si è appena concluso, l'Inps ha ricordato a quei contribuenti che nel corso del 2020 hanno visto cambiare radicalmente la loro situazione economica, che possono, dopo aver fatto richiesta dell'Isee ordinario, inoltrare la Dsu per Isee corrente che si basa sulla situazione relativa al 2020, mentre la certificazione ordinaria prende in considerazione il 2019.
Il bonus bebè
Regole leggermente diverse per il Bonus bebè, il cui importo è sempre legato al valore Isee. In questo caso, l'Inps fa sapere che - a partire dal 1° di gennaio - va presentata una nuova Dsu per ricalcolare l'entità dell'assegno. In assenza di un aggiornamento, l'Inps erogherà l'importo minimo, pari a 80 euro in caso di un solo figlio o a 96 euro in presenza di due o più figli. Quando il contribuente fornirà un Isee aggiornato, l'Istituto nazionale di previdenza provvederà a erogare il Bonus bebè ricalcolato al nuovo Reddito Isee ma, in caso di aumento, non ci sarà il conguaglio delle rate già versate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova