Sms sospetti tra Sorato e Barbagallo

L’Espresso svela la corrispondenza privata. Il capo della Vigilanza: «Normale»
Tribunale interrogatorio a Sorato 06-04-17
Tribunale interrogatorio a Sorato 06-04-17
PADOVA. «Gentile dottore, avrei necessità di sentirla, come saprà la nostra richiesta è stata rigettata dalla Bce». A scrivere è il direttore generale della Popolare di Vicenza Samuele Sorato. Siamo alle 12 e 22 minuti del 7 ottobre 2014, l’Eba stava svolgendo gli stress test (poi superati) sui conti dell’istituto presieduto da Gianni Zonin. Destinatario dell’sms è un numero di cellulare intestato a Carmelo Barbagallo, capo della Vigilanza della Banca d’Italia, sentito anche ieri dalla Commissione bicamerale d’inchiesta.


Durante la giornata prosegue lo scambio di sms tra i due. Sorato scrive: «Vorrei ringraziarla per i suggerimenti ricevuti. (…) Gradirei sentirla per i prossimi passi da intraprendere». Barbagallo risponde: «Ok. In bocca al lupo!».


Dopo pochi mesi ha inizio la valanga che travolgerà manager e 120 mila risparmiatori della vicentina. I messaggi sono contenuti nell'inchiesta giudiziaria della procura di Vicenza sulla gestione della Popolare, che ieri l’edizione on line del settimanale «L’Espresso» ha reso noti.


L'inchiesta vicentina in questi giorni è arrivata all'udienza preliminare, che deciderà se rinviare a giudizio gli indagati, tra cui Sorato. Scambi di sms qualche anno prima (18 febbraio 2012) tra Mario Lio (ex funzionario della Vigilanza passato alla Banca Nuova di Palermo, controllata dalla popolare vicentina) che scrive a Sorato: «Ho parlato adesso con Barbagallo, è stato affettuoso. Speriamo bene...». Agli atti anche un sms (4 settembre 2013) di Gianandrea Falchi (nello staff dell'ex governatore Mario Draghi, prima di passare a Vicenza). Intanto continuano i controlli di Bankitalia presso la sede di via Battaglione Framarin, mentre si cercavano nuove acquisizioni, tra cui Banca Etruria. Sulla fusione tra Vicenza e Arezzo non si fece poi nulla. Ad unirle sarà il destino: dissesto e liquidazione per entrambe. Due giorni prima che Zonin scaricasse Sorato (10 maggio 2015), il dg vicentino torna ad inviare un sms a Barbagallo: «Mi scusi se la disturbo di domenica. Ci terrei a comunicarle alcune decisioni che stiamo prendendo». È normale che ci siano scambi di sms fra il capo della vigilanza di Banca d'Italia e un ceo» replica Barbagallo in Commissione ieri.


In quel periodo Sorato pare intrattenere buoni rapporti anche con Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd e stretto collaboratore di Renzi. Dall’agenda sequestrata al manager di Noale spunta anche un appunto (datato 30 ottobre 2013) di un incontro con Maria Elena Boschi e Bonifazi. Seguiranno «incontri riservati» con Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, ad e poi, da aprile 2014, vicepresidente di Banca Etruria. Nel marzo del 2015 spunta un sms inviato da Bonifazi a Sorato: «Mi sono mosso. Vorrei fare approfondimenti con te e alcuni miei parlamentari veneti». Tra i contatti di Sorato anche Marco Bassilichi, imprenditore toscano, attivo nei servizi digitali destinati tra l'altro agli istituti di credito. Il 3 marzo del 2015 Bassilichi scrive a Sorato: «Buongiorno Samuele, ieri sera ho cenato con Gabriele (Beni) che ti sta cercando per Luca L. Chiamalo perché Luca ti incontra...» Il «Luca L.» corrisponderebbe a Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del governo Renzi.


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