Socotherm, debiti estinti e dal 2012 tornerà l’utile

Nominato il nuovo amministratore delegato DeWeese. Ricavi 2011 a 80 milioni Oggi la controllata sudamericana tornerà sul listino della borsa di Buenos Aires

ADRIA

Socotherm ha avviato il processo di rilancio. Con la nomina del nuovo amministratore delegato Paul DeWeese, americano di Houston espressione del veicolo Fineglade Limited che controlla il 95% della società veneta leader nel rivestimento di pipeline per il trasporto di petrolio e gas, si è di fatto gettata la prima pietra della nuova strada di sviluppo.

Oggi Socotherm Americas verrà riammessa alla Borsa di Buenos Aires, dopo un aumento di capitale sostenuto ancora una volta dai nuovi soci per circa una trentina di milioni di euro. Mentre Socotherm Italia, come noto, è stata delistata dopo il salvataggio Fineglade Limited, che con un aumento di capitale di 50 milioni ha rilevato la maggioranza assoluta. Il 2011 è dunque l’anno zero, «arriveremo a break even (pareggio) per quanto riguarda il reddito operativo – dice il nuovo a.d. – mentre nel 2012 ci attendiamo di cancellare tutti i segni rossi». E di segni rossi Sophia Capital Partner, 4D Global Energy e ShawCo i tre azionisti internazionali chiusi nel veicolo Fineglade ne hanno cancellati diversi nell’ultimo anno, riuscendo con il loro intervento, ovvero un’iniezione di 85 milioni di euro totali di capitali freschi a chiudere l’esposizione debitoria che stava annichilendo Socotherm. Quando arrivarono l’esposizione debitoria era di 220 milioni, 170 milioni sono stati persi dai creditori con l’adesione al concordato e 50 milioni sono stati messi a disposizione dai nuovi soci. «Oggi Socotherm è un’azienda che stiamo rimettendo a posto, abbiamo il vantaggio di essere i leader assoluti nell’isolamento termico delle tubazioni ad alte profondità marine – continua l’a.d. – però la macchina non è ancora a punto. In questo momento stiamo lavorando con mezzi nostri, visto che le banche, anche se non abbiamo praticamente più un euro di debito, non è che ci accolgano a braccia aperte». Nel 2011 il fatturato non arriverà a 100 milioni (attorno agli 80 milioni), ma l’intento è già dal 2012 di rivedere in nero l’ultima riga del conto economico. Poi si spingerà sulla «crescita organica – afferma DeWeese – e cioè sulla riattivazione di impianti localizzati in aree strategiche come Pozzallo, in Sicilia, o in West Africa, cioè in Angola, che attualmente sono fermi».

Qualche commessa di rilievo è arrivata. «Un primario gruppo italiano – dice il direttore finanziario Jonatham Gibson - ci ha affidato l’appesantimento di alcune tubazioni per circa 6 milioni di euro, anche in Brasile abbiamo firmato un contratto per 30 milioni di euro per un progetto offshore. Inoltre siamo posizionati nel Golfo del Messico per rientrare nel mercato offshore, dopo il disastro di BP nel 2010».

Roberta Paolini

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