Sospetti su Thetis Spa per i finanziamenti alla forzista Sartori

VENEZIA. C’è il sospetto che alla ex parlamentare europea Lia Sartori, siano arrivati, per le sue campagne elettorali, altri soldi, più di quelli che le vengono contestati nel capo d’imputazione che le sarebbero stati consegnati da Giovanni Mazzacurati. Ieri, un maresciallo del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, Andrea Migotto, ha riferito che è ancora in corso una verifica fiscale negli uffici di Thetis Spa, la società di ingegneristica controllata dal Consorzio Venezia Nuova, verifica iniziata lo scorso anno: i finanzieri avrebbero trovato documentazione in cui si dimostra che l’allora amministratore delegato Antonio Paruzzolo, fra l’altro ex assessore della giunta Orsoni, avrebbe dato il via libera al pagamento del canone di 2.500 euro per un appartamento a Bruxelles di proprietà della Sartori. Una casa che i vertici di Thetis non avrebbero mai utilizzato. La Guardia di finanza avrebbe trovato la prova bancaria del pagamento di duemilacinquecento euro e la bozza di contratti per tre anni non firmata. Il sospetto, dunque, è che si tratti di altri soldi per finanziare l’esponente di Forza Italia, ma la circostanza non le è stata contestata, così come Paruzzolo non è stato indagato. Proprio ieri, tra l’altro, è stato interrogato a lungo in qualità di testimone, ma su altro.
I pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini si sono alternati a fare domande a lui, alla responsabile delle segreteria di Mazzacurati al Consorzio, Francesca De Pol, e all’ex vicepresidente, l’imprenditore della «Grandi Lavori Fincosit» Alessandro Mazzi. Colpo di scena durante l’interrogatorio di quest’ultimo, che con grande sicumera ha ripetuto più volte che i soldi da lui consegnati a Mazzacurati su sua richiesta, per finanziare le campagne elettorali di politici locali e non, li avrebbe versati tra il 1994 e il 1997. All’epoca lui era ancora un ragazzo e Mazzacurati non era ancora presidente del Consorzio: così, concluso l’interrogatorio i suoi avvocati gli hanno fatto ripensare alle sue dichiarazioni. Quindici minuti dopo ha chiesto al presidente del Tribunale Stefano Manduzio di voler tornare sul banco dei testimoni per precisare. È stato richiamato in aula e ha corretto: i 350 mila euro per pagare i politici «li ho consegnati a Mazzacurati tra il 2003 e il 2006» ha affermato. Paruzzolo, invece, ha spiegato che prima del 2001, al Consorzio le questioni di salvaguardia ambientale erano la Cenerentola e comunque, stando alla Legge speciale, il Consorzio avrebbe dovuto occuparsi della salvaguardia fisica, insomma dell’acqua alta, mentre toccava alla Regione occuparsi della questione ambientale. Paruzzolo ha spiegato che lui non era d’accordo, visto che avrebbero dovuto essere due questioni strettamente connesse. L’atteggiamento di Mazzacurati e del Consorzio, ha aggiunto, cambiò dopo il 2001, anno in cui fu firmata la transazione con la Montedison, che versò allo Stato numerosi miliardi per la bonifica di Marghera: con tutta evidenza, furono i soldi a far cambiare opinione. Francesca De Pol, infine, ha riferito dei numerosi incontri tra Mazzacurati e Giorgio Orsoni, sia prima che dopo la sua candidatura, incontri avvenuti sia nell’ufficio dell’ingegnere, sia in studio e nella casa dell’avvocato ed ex sindaco.
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