Sotto sequestro 17 milioni e il cognato finisce in cella

Arrestato anche il consulente che ha gestito il patrimonio: l’accusa è riciclaggio
Di Carlo Mion

VENEZIA. Alla fine il tesoro lo ha fatto trovare lui. Felice Maniero ha raccontato dove sono finiti trentatrè miliardi di vecchie lire, diciassette milioni di euro, della sua sporca ricchezza che nessuna forza di polizia e procura in vent’anni è mai riuscita a trovare. Si è autodenunciato per vendicarsi del cognato che per lui aveva riciclato il denaro proveniente da rapine, traffico di droga, estorsioni e traffico di armi.

Cognato dentista che non voleva più pagarlo, consegnargli gli interessi di una fortuna fatta di terreni, ville, boschi, frutteti, auto e centinaia tra conti correnti, fondi di investimento e polizze assicurative. Ieri i finanzieri del nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno arrestato Riccardo Di Cicco, 60 anni, dentista e Stefano Brotini, 48 anni, consulente finanziario. Entrambi di Fucecchio in provincia di Firenze, sono finiti in carcere. Sono indagate invece la mamma di Maniero Lucia Carrain, 86 anni e la sorella dell’ex boss Noretta che di anni ne ha 60 ed è l’ex moglie di Di Cicco. Tutti devono rispondere di riciclaggio di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.

Vuota il sacco.

Felice Maniero decide di raccontare dove è finito il suo tesoro e come è stato riciclato nel momento che l’ex cognato non lo vuole più pagare e lui teme che, dopo la separazione dalla sorella, voglia tenersi tutto per sé. Spiega come il riciclaggio sia iniziato da quando è uscito definitivamente dal carcere nel 2010 e ha cambiato identità. Consegna al cognato tutto quello che aveva messo insieme in vent’anni di crimini.

In cambio riceve gli interessi, si calcolano almeno quattro milioni di euro. Soldi che non dovevano essere i primi. Quando il cognato chiude il rubinetto l’ex boss si presenta in Dda a Venezia e si autodenuncia ai pm antomafia Paola Tonini e Giovanni Zorzi coordinati dal consigliere Adelchi D’Ippolito.

Le auto. C’è un parco macchine da sogno tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza. Una trentina di auto di lusso, super accessoriate, alcune pezzi da far invidia ai collezionisti. Audi, Bmw, Range Rover, Saab. E poi ancora una Bentley cabriolet, tre Porsche e ben dieci Mercedes. Si tratta di macchine che erano acquistate nel periodo tra il 2012 e il 2016, un tesoro da qualche milione di euro.

I conti correnti. Per elencare tutti i conti correnti sui quali sono stati messi i sigilli, nell’ordinanza del giudice sono servite quattro pagine. Sono alcune centinaia di conti correnti, quasi tutti aperti in istituti di credito in Svizzera. E poi fondi di investimento, fondi pensione e polizze assicurative.

Le ville. Sigilli anche su beni immobili, ville di lusso che erano diventate le dimore dei parenti. Nella villa a Santa Croce sull’Arno, provincia di Pisa, abitavano la mamma di Maniero e la sorella Noretta. Una residenza di lusso, con otto stanze e tutti i comfort del caso. E poi la villa dove abitava il cognato di Maniero, Riccardo Di Cicco, a Pietrasanta, in provincia di Lucca, la perla della Versilia. Qui il lusso era ancora maggiore: la dimora posta sotto sequestro, infatti, ha ben dieci stanze.

Campi, bosco e frutteto. Nell’elenco dei beni sequestrati figurano anche decine di campi di terra in Toscana e addirittura un frutteto e un bosco, sempre nelle campagne toscane.

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