Strage Coimpo, le quattro morti in diretta

Udienza choc al tribunale di Rovigo, mostrato il filmato del circuito interno che riprese la nube tossica: silenzio e commozione in aula

ROVIGO. Fino a ieri la ricostruzione di quei tragici eventi era stata solo verbale, o al massimo affidata a qualche riga di cronaca. Quanto visto ieri mattina tra le mura del Tribunale di Rovigo, inevitabilmente, ha lasciato tutti attoniti. «Le immagini potrebbero urtare la sensibilità dei presenti», è il delicato avvertimento che si è sentito di fare il maresciallo dei carabinieri della Compagnia di Adria, Davide Trevisan, prima di illustrare le scioccanti immagini che testimoniano la morte di quattro operai. Sono i fotogrammi raccolti dalle quattordici telecamere installate nella sede Coimpo di Ca’ Emo ad Adria, il 22 settembre 2014, giorno in cui persero la vita – tra le 10 e le 10.20 - quattro lavoratori: il camionista Giuseppe Baldan, 47 anni, di Campolongo Maggiore; Nicolò Bellato, 28 anni di Adria; Paolo Valesella, 53, anche lui residente ad Adria; Marco Berti, 47, di Rovigo.

I quattro sono morti dopo essere stati investiti da una nube tossica, scaturita dall’acido utilizzato per il trattamento di alcuni fanghi. Proprio durante la fase dello sversamento di acido nella vasca si sarebbe originata la nube tossica. Il filmato è stato proiettato davanti al giudice del Tribunale di Rovigo, Nicoletta Stefanutti, ed è stato commentato e illustrato dal comandante dell’Arma. Dalle 9.24 alle 9.50 si vedono un’autocisterna e un camion che contemporaneamente versano acido solforico e digestato. Baldan muove il tubo per agevolare lo scarico, senza protezioni, e un escavatore muove i fanghi. Alle 10 e un minuto di quel 22 settembre ha inizio la tragedia: il primo a barcollare e a cadere per la nube tossica è Baldan, alle 10.03. Alle 10.12 un’altra telecamera riprende il pick up con Berti e Bellato che partono per soccorrere i colleghi. Cercano di sollevare Baldan, ma non ce la fanno e, prima di risalire nel mezzo, cadono. Nel frattempo una Mitsubishi con a bordo Rossano Stocco (oggi imputato, amministratore della Agribiofert, società “sorella” di Coimpo) parte in soccorso. Una pala si schianta contro un muro. È l’altro operaio che si sente male, ma che fortunatamente non morirà. Anche un vigile del fuoco, nonostante i respiratori, scapperà da quel luogo. I vigili del fuoco arrivano alle 10.35, la prima ambulanza alle 10.28. Il pubblico presente in aula non ha potuto che mantenere un rispettoso quanto doloroso silenzio di fronte a quelle scene. Lo stesso giudice si è mostrato visibilmente scosso. L’ipotesi di reato principale è quella di omicidio colposo che, a vario titolo e con differenti posizioni ipotizzate, viene contestata a otto imputati, tra cui i padovani Gianni e Alessia Pagnin, 64 e 39 anni di Noventa Padovana.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova