Sul balcone o in giardino, è voglia di verde. L’orto fai-da-te antidoto allo stress da virus

Dal lockdown di marzo a oggi, cresce il desiderio di curare fiori e piante. Il nuovo boom raccontato dai titolari dei vivai della provincia di Venezia

Al vivaio Manente di Spinea, un’addetta alla vendita mentre mostra una Stella di Natale
Al vivaio Manente di Spinea, un’addetta alla vendita mentre mostra una Stella di Natale

VENEZIA. La pandemia e il lockdown hanno fatto riscoprire le piante e i fiori a migliaia di persone. L’onda lunga del pollice verde, iniziata nel maggio scorso, continua e ha permesso al settore florovivaistico di reggere l’urto della crisi economica innescata dal Covid-19.

La necessità di trovare il modo per spendere bene il proprio tempo a casa, ha così portato alla voglia di curare di più i propri giardini, a riempire i balconi di vasi di fiori, e c’è stato un autentico boom degli orti fai da te per prodursi verdura a chilometro zero direttamente nella propria abitazione.

Una cliente al Garden center di Robegano sceglie la pianta giusta per il suo terrazzo
Una cliente al Garden center di Robegano sceglie la pianta giusta per il suo terrazzo


Non solo nei giardini, ma anche sulle terrazze, arrangiandosi in ogni modo per coltivarsi fragole, pomodori, insalata o altro nelle cassette riempite di terra per l’occasione. «Sentendo anche altri colleghi, l’anno in sé è andato abbastanza bene finora» commenta Andrea Manente, dall’omonimo vivaio di via Rossignago a Spinea. «La Pasqua in lockdown ci ha fatto perdere la seconda settimana economicamente più fruttuosa dell’anno, ma abbiamo retto l’urto nel tempo con la consegna a domicilio. Poi è stata una escalation di vendite per tutto ciò che riguardava piantine per verdura, frutta e aromi, e la gente ha speso molto. La cosa prosegue anche in questi giorni, ma se le persone perderanno il lavoro o finiranno in cassa integrazione, ovviamente tutto ciò si ripercuoterà su tutti i settori di vendita, è normale. Vediamo che tutto ciò che è manuale, impegna la gente. C’è chi si rifà il prato e acquista sementi e terra, chi si è dedicato ai fiori, riscoprendo piante economiche come gerani, primule e vinche. Piante da appartamento o da regalo, come le orchidee, invece sono andate via molto meno. Siamo stati fortunati - conclude - perché produciamo molto a livello di piante da orto, e abbiamo venduto tantissimo, pur essendo costretti a buttare via varie piante nel lockdown. Ora si pianta poco, arrivando i mesi invernali. La mia preoccupazione va ad esempio alle stelle di Natale. Parliamo di una pianta tipica da regalo, che con pochi soldi è un presente ideale per una cena in compagnia. Se chiuderanno le persone in casa, sarà un’ecatombe».

Una cliente al Garden center di Robegano sceglie la pianta giusta per il suo terrazzo
Una cliente al Garden center di Robegano sceglie la pianta giusta per il suo terrazzo


Dal Germoglio Garden Centre di Robegano la tendenza è confermata. «Anche durante il lockdown, per quanto difficile fosse raggiungere la gente, abbiamo capito subito che stava esplodendo la passione per il verde e per trascorrere qualche ora nel proprio giardino a sistemare prato e fiori - assicura la responsabile Enrica Raganato -Le persone hanno scoperto la garden therapy e gli effetti positivi che questa ha in esterno e dentro casa, basti pensare alle piante che permettono di depurare l’aria. Ci è voluta la pandemia di mezzo per scoprire questi aspetti, e il ritorno a una vita più naturale è stata la conseguenza in quei mesi e nel proseguo. Nel mese di maggio abbiamo registrato il più alto fatturato mensile di sempre, e questo rende l’idea di ciò che è accaduto con la riapertura. Negli ultimi mesi, invece, le piante da ortaggio hanno registrato un vero boom, così come quelle da balcone, ad esempio i gerani che prima erano stati un po’dimenticati. Ovviamente si sono venduti anche attrezzi e tutto ciò che serve. Sono anche consigliera nazionale dell’Associazione centri giardinaggio, e la tendenza è questa in tutta Italia da mesi a questa parte, e le vendite proseguono anche in questo periodo. Aggiungo inoltre che abbiamo visto cambiare pure le caratteristiche del cliente medio. Normalmente era donna tra i 50 e i 52 anni. Ora a fare acquisti in vivaio ci sono anche persone molto più giovani. C’è stato di sicuro un grande cambiamento apportato dalla pandemia». —


 

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