Sul progetto di Kada si prepara il referendum

Forse gli ambientalisti lanceranno un referendum per dire no all'Auditorioum di Klaus Kada tra via Trieste e il Piovego.

Oggi l'équipe dell'architetto austriaco incontra i tecnici del Comune per valutare insieme spazi e problemi legati alla collocazione del Conservatorio. Intanto ieri pomeriggio in Commissione Urbanistica è emersa la necessità di procedere ad una variante per piazzale Boschetti, pietra angolare giuridica su cui appoggia l'insediamento dell'Auditorium. Una pratica che dovrà gestire l'assessore Luigi Mariani, su cui già ieri Forza Italia e Lega hanno manifestato tutta la loro contrarietà.


Siamo quindi ai primi passi della realizzazione di questo nuovo progetto che prende il posto di quello del veneziano Alberto Cecchetto. Contemporaneamente si sta caricando la molla di una contestazione. Il no al progetto Kada viene da Italia Nostra, Legambiente, Comitato Mura, Wwf, Amissi del Piovego, Sos Castello. Non che sia brutto, dicono, anche se lo inseriscono nella categoria degli ecomostri. Ma lì - e convergono con diverse sfumature, Titti Panajotti, Sergio Lironi, Vittorio Dal Piaz, Elio Franzin - non s'ha da fare. Il primo Prg della città è quello del 1868: designa l'area a verde. Nel 1908 vengono realizzati i giardini dell'Arena e la destinazione al di là del fiume si fa ancora più precisa: un parco dentro un paesaggio fluviale segnato dal percorso delle mura, l'emiciclo del teatro romano, lo sfondo degli Eremitani. Questa sorte poetica viene ribadita anche dal primo e dal secondo Prg di Piccinato.


Non qui l'Auditorium, allora. Ma perché si è detto sì a Cecchetto? Perché ammorbidiva il rigore di Italia Nostra e riusciva ad ammaestrare la propensione polemica di un Elio Franzin? Ma Alberto Cecchetto, per adattare l'opera al sito, aveva dovuto cacciarla sottoterra, il suo è stato un rammendo invisibile. «Non capisco - dice Panajotti- perché dobbiamo tutti calare la testa di fronte ad una decisione del Tar. In fondo quello che ci viene imposto è di premiare Kada subentrato a Cecchetto ma poi si può decidere altrimenti. Si può decidere di dare la parola alla città o di fare l'auditorium in un altro posto». Comunque, e questo vale per tutti. se si vuole adottare il progetto Kada si può fare, ma in un altro posto. Lì, tra l'altro, lo spazio è all'osso, il sito si incolla all'opera come un vestito bagnato. Lironi e Dal Piaz trovano interessante un'idea che riguarda il quartiere fieristico. La Fiera di Padova sta perdendo colpi. Allora non si tratta di far tabula rasa di tutte le manifestazioni, si possono far convivere le più significative con spazi attrezzati per la musica, con laboratori musicali. E' successo a Vienna e a Parigi: aree dismesse trasformate in gioielli del loisir giovanile e della cultura, posti vivi in cui si vive 24 ore al giorno. Il tutto all'insegna di un modo diverso di fare urbanistica.


Il discorso vale per l'Auditorium, ma anche per San Gaetano e per il Castello. Referendum? Franzin è d'accordo. Panajotti lo reputa possibile, ma è un'arma a doppio taglio. Referendum sull'auditorium? Ma le associazioni l'Auditorium lo vogliono. Referendum su Kada? Ma Kada può anche andar bene in un sito diverso. E allora, dopo anni di discussione, ritorniamo in Prato della Valle? Non esiste, dicono gli ambientalisti e i tutori del paesaggio.
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