Tagliato il vitalizio dell’ex dc Pellizzari

PADOVA. Verrà discusso giovedì 3 dicembre, a Montecitorio, di fronte al Consiglio di giurisdizione (presieduto dal deputato democratico Alberto Losacco e composto dagli onorevoli Antonio Marotta di Area Popolare e Tancredi Turco, avvocato penalista di Verona ed esponente di Alternativa Libera), il ricorso presentato dall’avvocato bellunese Maurizio Paniz, in nome e per conto di sette parlamentari condannati in via definitiva che si sono visti tagliare il vitalizio.
La cancellazione delle “pensioni”, scattata a luglio, è l’effetto dell’applicazione del regolamento approvato dagli uffici di presidenza della Camera e del Senato. Sono dieci i deputati che sono stati colpiti dal provvedimento. Nell’elenco figura l’ex parlamentare veronese Gianmario Pellizzari, che aveva diritto a un appannaggio netto mensile di 5.481,15 euro. Nato a Cerea il 19 dicembre 1944, imprenditore agricolo, uomo forte della Coldiretti, eletto alla Camera nel 1976, con la Dc, nella circoscrizione di Verona-Padova-Vicenza-Rovigo e successivamentre rieletto per altre tre legislature, venne incriminato nel 1992 dalla Procura della Repubblica di Monza per bancarotta fraudolenta. Il parlamentare scaligero dovette rispondere del crack dell’Epc (European Pharmaceutical Company) di Agrate Brianza. Nel marzo 1996 Pellizzari venne condannato a 8 anni di reclusione. Ora il regolamento Boldrini-Grasso priva del vitalizio gli ex parlamentari condannati per reati di particolare gravità con pene superiori ai due anni di reclusione. I sette patrocinati dall’avvocato Paniz sono, oltre a Pellizzari, gli ex socialisti Giulio Di Donato (vitalizio di 3.796,38) e Raffaele Mastrantuono (3.240,46); Giancarlo Cito (2.026,87), leader di At6-Lega di Azione Meridionale; Francesco De Lorenzo (3.795,74), ex ministro liberale dell’Ambiente e della Sanità. Completano il gruppo Amedeo Matacena, parlamentare di Forza Italia dal 1994 al 2001, classe 1963, e Giancarlo Galan, deputato azzurro in carica, classe 1956, i quali, non avendo ancora maturato il diritto alla pensione, hanno pensato di cautelarsi presentando un ricorso “preventivo”. Nelle prossime settimane dovrebbe essere nota anche la decisione del Tar, in ordine al ricorso, presentato sempre dall’avvocato Paniz, per conto di una sessantina di ex consiglieri regionali, che hanno contestato il contributo di solidarietà applicato nei confronti di chi ha un reddito superiore a 29.500 euro lordi annui.
Claudio Baccarin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova