Tangenti del fisco, fuori anche Esposito
Dopo la confessione l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ottenuto gli arresti domiciliari

Interpress/Mazzega. 27.04.2017.- Processo Mose. avv.Bosio,Ancillotto
VENEZIA. Ad ogni ammissione, segue la scarcerazione. Tanto più quando l’indagato - oltre a confermare di aver incassato tangenti, per addolcire quelle verifiche fiscali che avrebbe dovuto garantire inflessibili in nome della collettività - fa anche ritrovare il proprio “tesoretto”.
Così, ieri ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari nella sua casa del Lido, Massimo Esposito, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Venezia, accusato dal pubblico ministero Stefano Ancilotto di essere al vertice di una piramide corruttiva, a favore di imprenditori compiacenti. Dopo tre settimane di carcere, Esposito (assistito dall’avvocato Pinelli) non solo ha ammesso le proprie responsabilità, ma ha anche fatto ritrovare ai finanzieri 60 mila euro, che aveva arrotolato nel corrimano della scala a chiocciola di un’abitazione della quale aveva la disponibilità: sfilarli tutti non è stato semplice per i baschi verdi.
Nei giorni scorsi - anche lui dopo aver confessato - ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari Elio Borrelli, ex responsabile del Centro operativo dell’Agenzia delle Entrate, accusato di essere il sodale di Esposito nel seminar favori e incassare regalie.
Si apre così la strada, per gli indagati che collaborano, alla possibilità di chiudere rapidamente già dall’autunno le loro pendenze con un patteggiamento.
Delle 16 persone arrestate poche settimane fa, restano al momento ancora in carcere solo l’imprenditore jesolano Aldo Bison (che dovrebbe essere interrogato nei prossimi giorni, assistito dall’avvocato Renato Alberini) e il commercialista chioggiotto Augusto Sartore (avvocato Aldo Grasso).
Alcuni indagati accusati dalla Procura di aver pagato tangenti, regalato cene e Rolex, assunto familiari e amici in cambio di sconti milionari sulle verifiche fiscali o aver ricevuto favori, sono tornati liberi su disposizione del Tribunale del Riesame, che ha in parte annullato l’ordinanza di custodia cautelare del gip Scaramuzza ritenendo non provata l’accusa di corruzione per alcuni episodi, che potrebbero rientrare nel meno grave reato di traffico di influenze, per il quale non è previsto l’arresto.
Così per il dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Venezia Christian David, ora ai domiciliari solo per uno dei tre episodi che gli contesta la Procura (quello nel quale Borrelli lo chiama in causa come aiuto interno, per pilotare una verifica a favore della Cattolica assicurazioni). Così anche per il tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado, che il Riesame ha messo agli arresti domiciliari solo per aver informato un imprenditore di una verifica in arrivo, mentre per il resto avrebbe agito da “consulente”. Libera la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca, che ha detto di aver pagato Corrado proprio perché gli procurava clienti, non per corromperlo. Ora il pm Ancilotto dovrà decidere che fare.
Roberta De Rossi
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