Tav Brescia-Verona, partono gli espropri

Proteste a Peschiera sul Garda ma il cantiere non si blocca. Pd polemico con M5S e Lega sul tunnel del Brennero e la A22 
Foto LaPresse/Nicolò Campo 8/12/2018 Torino (Italia) Cronaca No Tav, manifestazione dell'8 Dicembre Nella foto: vista generale Photo LaPresse/Nicolò Campo December 8, 2018 Turin (Italy) News No Tav, demonstration of December 8th In the picture: general view
Foto LaPresse/Nicolò Campo 8/12/2018 Torino (Italia) Cronaca No Tav, manifestazione dell'8 Dicembre Nella foto: vista generale Photo LaPresse/Nicolò Campo December 8, 2018 Turin (Italy) News No Tav, demonstration of December 8th In the picture: general view

VERONA Tav Brescia-Verona: se l’analisi costi benefici è chiusa a chiave nei cassetti del ministro Danilo Toninelli, le lettere per espropriare i terreni e posare i nuovi binari dei treni ad alta velocità sono già arrivate a destinazione.

Si tratta di migliaia di famiglie coinvolte, pronte a far sentire la loro voce, appoggiate non solo dal M5S ma anche dai sindaci. Si parte da Peschiera sul Garda, con hotel e vigneti da radere al suolo, tanto che il sindaco Orietta Gaiulli si oppone alle direttive di Forza Italia che l’ha eletta e annuncia barricate.

Sarà invece risparmiato dalla “devastazione” il centro di San Bonifacio perché i nuovi binari sono stati spostati a sud, in aperta campagna, grazie all’intesa costruita dall’onorevole Diego Zardini con l’assessore Elisa De Berti, i sindaci del Veronese, l’ex ministro Delrio e il consorzio Cepav2, general contractor di Rfi.

Da otto mesi la musica è cambiata e con il governo gialloverde la Tav è sotto attacco, con la campagna mediatica del M5S che annuncia in tv e nel “blog delle stelle” lo stop ai cantieri. In realtà si tratta di un bluff per navigare sull’onda dei sondaggi dato che i cantieri proseguono, come dimostrano le migliaia di lettere di esproprio giunte a destinazione. Il fronte “No-Tav” si sente rassicurato dall’offensiva grillina, mentre le famiglie invocano lo stop alle procedure.

A Verona tiene banco ancora la polemica sulla A22. «La verità è che la Lega ha scambiato Tav e concessione su Autobrennero per ottenere dal M5S il voto per salvare Salvini dal processo per la vicenda della nave Diciotti», dichiara il senatore Pd Vincenzo D’Arienzo.

«Che fine faranno i 600 milioni che il rinnovo della concessione per l’A22 assegnava al tunnel del Brennero? La contrarietà grillina al tunnel è nota ed è un’altra ragione per la quale il Governo non rinnova la concessione. Ma l’assenso leghista a bloccare tutto non sorprende: è lo scambio del voto grillino in Senato su Salvini. Emblematico è anche il silenzio di Zaia sui danni che tutto questo causerà al Veneto».

Lunedì la Corte dei Conti Ue a avvierà una serie di incontri con le istituzioni italiane sulla Tav Torino-Lione e il tunnel del Brennero: come mai i cantieri costano il triplo rispetto alla Francia? —

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