Trapianto a cuore fermo a Padova, il primo paziente operato in Italia: «La mia vita è cambiata»
Il cardiochirurgo Gerosa sul nuovo cuore artificiale: «Prototipo più piccolo e meno rumoroso»

Si è «presentato» oggi a Venezia Francesco, il primo paziente in Italia a cui è stato trapiantato l'11 maggio scorso un cuore fermo da 20 minuti, al centro «Gallucci» di Padova. È avvenuto stamattina, durante una conferenza stampa con il presidente veneto, Luca Zaia, e con il presidente del «Gallucci», Gino Gerosa. «Sto bene» ha detto Francesco, 45enne, «parlo piano perché il dottore dice di farlo. La mia vita è cambiata, e sono felice di aver dato fiducia al prof. Ho accettato subito l'intervento, dopo da due anni che attendevo, posso dire che il motore funziona».
Si è trattato del primo caso in Italia con tempi di riattivazione del muscolo cardiaco così lunghi - 20 minuti più 25' di ischemia funzionale calda - ed è stato seguito da altri 17 interventi simili a livello nazionale. «Il fatto che questa tecnica non solo funzionasse ma potesse essere riproducibile» ha commentato Gerosa «come ricercatori ci dà molta soddisfazione».
Il progetto
Un nuovo cuore artificiale che potrebbe salvare, solo in Italia, fino a 300 pazienti in più all'anno, con un impatto enorme sui trapianti in campo internazionale.
È il progetto a cui lavora da dieci anni il cardiochirurgo trentino Gino Gerosa, direttore dell'Unità operativa complessa di cardiochirurgia dell'Azienda ospedale-università di Padova e del Centro Gallucci di Padova. Nato a Rovereto, Gerosa è famoso nel mondo per i suoi trapianti di cuore «estremi» pienamente riusciti, con i quali ha talvolta sfidato limiti e divieti normativi pur di salvare vite umane.
«Ogni anno in Italia sono in media 700 i pazienti cardiopatici iscritti alle liste d'attesa per un trapianto. Di loro meno del 30 per cento riceve un cuore nuovo a causa dell'insufficiente numero di organi provenienti da donatori», ha ricordato lo specialista durante la presentazione del progetto a Trento.
«Il nuovo progetto di ricerca, che sta per prendere avvio grazie a un'importante fonte di finanziamento (grazie ai vari finanziatori pubblici e privati che hanno scelto l'anonimato è stato raggiunto l'obiettivo dei 50 milioni di euro di risorse necessarie), riguarda la creazione di un prototipo di cuore artificiale che sia più piccolo e meno rumoroso di quelli già attualmente esistenti e che, al momento, vengono utilizzati come una sorta di organo ponte, prima dell'impianto di un nuovo cuore naturale», spiega Gerosa.
L'evento - un talk a più voci sulle frontiere della cardiochirurgia - curato da Muse e Mart in collaborazione con l'Aido, ha richiamato più di 100 persone, tra cui l'assessore provinciale alla salute Mario Tonina.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova