Tuta alare bloccata: jumper si sfracella

La tragedia nel Trentino, vittima un campione spagnolo. Enego: giù dal viadotto con l’elastico, si ferisce contro una roccia ma è salvo

VICENZA. Un fine settimana tragico, nel Nordest, per gli appassionati di sport estremi. Un giovane “base jumper” spagnolo è morto sabato in Trentino; un “bungee jumper”, lanciatosi da un viadotto ad Enego, sull’Altopiano di Asiago, è rimasto ferito al capo ed è stato ricoverato all’ospedale di Bassano del Grappa, in condizioni fortunatamente non gravi.

La peggio è toccato a un giovane base jumper spagnolo, Abraham Cubo Lopez, di Madrid, di 38 anni, che ha perso la vita sabato sera, intorno alle 19, dopo essersi lanciato dal Becco dell’Aquila, sul Monte Brento, in comune di Dro, una decina di chilometri a nord di Riva del Grada. Il giovane sportivo spagnolo - uno specialista che aveva partecipato con successo ai campionati del mondo di specialità, calzava la tuta alare. Dopo aver effettuato un volo radente lungo le rocce, resosi conto che si trovava troppo vicino alla montagna e che la tuta non rispondeva ai comandi, nel tentativo di allontanarsi da questa ha aperto il paracadute ma, purtroppo, senza esito. Infatti la vela lo ha catapultato contro la parete rocciosa, facendolo schiantare. Un testimone, che si trovava a valle, ha assistito all’incidente, accorgendosi peraltro che, insieme al giovane spagnolo, si erano lanciati altri due base jumper: uno è arrivato in piazzola, mentre il secondo è atterrato sugli alberi alla base delle pareti delle Placche Zebrate. Il testimone ha subito allertato i soccorsi, telefonando al 118 e il Soccorso alpino di Trento, in collaborazione con la Centrale operativa di Trentino emergenza, ha inviato sul posto un elicottero, con a bordo il medico e il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino e una squadra di tecnici del posto.

Il base jumper è stato individuato su una piccola cengia sulla parete delle Placche Zebrate, in cima alla Via Claudia, in un punto a metà dell’ultimo tiro di corda. Il tecnico di elisoccorso e il medico rianimatore sono stati calati con il verricello sulla cengia, ma il medico non ha potuto fare altro che constatare la morte del giovane. L’elicottero ha quindi trasportato con il verricello in parete altri due tecnici del Soccorso alpino che hanno aiutato a recuperare il corpo del giovane jumper, poi trasportato a valle. Lopez aveva frequentato l’istituto Politecnico dell’Esercito e lavorava per la Cinetel di Madrid.

L’incidente è avvenuto a meno di una settimana dalla morte di una ventunenne base jumper russa, Maria Shipova, che l’11 agosto si era lanciata dal Becco dell’Aquila, ma dopo pochi metri era stata spinta da una folata di vento verso la parete rocciosa prima che si potesse aprire il paracadute. Lo spagnolo è la quindicesima vittima in poco più di un decennio sul monte Brento. La pratica del base jumping da tempo è al centro di polemiche in Trentino. Nel 2000 era stato vietato dopo la morte di un giovane romano che si era sfracellato al suolo dopo un volo di alcuni centinaia do metri. Il provvedimento venne ritirato l’anno successivo dopo l’approvazione di un codice di autoregolamentazione.

Ha invece sbattuto la testa ad Enego l’uomo che si è lanciato dal viadotto di Valgadena. Dopo aver dichiarato un peso minore rispetto al proprio, prima di affrontare il Bungee jumping, l’uomo si è buttato dal viadotto: l'elastico si è allungato più del dovuto, e lui ha toccato con la testa il suolo. Scattato l'allarme, il 118 ha chiesto anche l'intervento del Soccorso alpino di Asiago, per un eventuale supporto nel recupero. Nel frattempo l'infortunato, ferito e con dolore al collo, è riuscito a risalire ed è stato accompagnato in ambulanza all'ospedale di Bassano del Grappa per le cure del caso. Non è in condizioni gravi: può ritenersi miracolato, dicono i soccorritori.

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