Veneto Banca, le assicurazioni si tirano fuori
VENEZIA
A distanza di più di un anno e mezzo dall’atto di citazione con il quale il Cda guidato da Massimo Lanza aveva chiesto 2,3 miliardi di danni agli ex amministratori di Veneto Banca, è finalmente iniziato il processo civile davanti al Tribunale delle Imprese di Venezia dove, ieri mattina, si è tenuta la prima udienza davanti al giudice Chiara Campagner.
le assicurazioni
In un’aula affollata da numerosissimi avvocati sono state annunciate le richieste dell’attore (la causa è stata riassunta dai liquidatori dato che un Cda non esiste più) e di tutti i convenuti: la richiesta danni era stata inizialmente avanzata nei confronti di 19 persone, a cominciare dall’ex direttore generale Vincenzo Consoli, che sono andate via-via aumentando perché alcuni di loro hanno chiamato in causa terzi, tra cui le rispettive compagnie di assicurazione che, nel corso dell’udienza di ieri, hanno tutte chiesto al giudice il rigetto della domanda e la dichiarazione di nullità delle polizze assicurative. E questo per diverse ragioni: c’è stato chi ha lamentato la violazione di quanto prevedevano le polizze per quanto riguarda la tempestiva comunicazioni di fatti o circostanze a conoscenza dell’assicurato e c’è stato chi ha lamentato di non essere stato messo al corrente di eventi previsti dai contratti.
gli obbligazionisti
Tutti gli attori hanno poi chiesto l’esclusione degli obbligazionisti o ex azionisti lamentando che questi non sono portatori di un diritto o di un mero interesse. Novanta di questi, ieri, erano rappresentati dall’avvocato Andrea Da Roit, in sostituzione degli avvocati Luigi Fadalti e Lorenzo Zanella. L’udienza si è chiusa poco prima di mezzogiorno con il giudice Campagner che si è riservato. Ora c’è attesa per capire cosa deciderà in particolare per quanto riguarda gli obbligazionisti che chiedono di poter partecipare al processo.
i danni
Secondo i legali del vecchio consiglio di amministrazione c’è stata «una clamorosa distruzione di risorse economiche e credibilità imprenditoriale come poche volte è accaduto nella storia del nostro Paese».Nelle 345 pagine della memoria depositata al tribunale delle imprese di Venezia, viene ripercorsa la parabola dell’istituto di Montebelluna indicando le responsabilità del suo tracollo e il dettaglio dei danni da 2,3 miliardi chiesti a 19 persone, gli ex vertici, a partire proprio dall’ad Vincenzo Consoli e dall’ex presidente Flavio Trinca. —
G.B.
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