Alzheimer, in Veneto stimati 70 mila malati

Nel 2024 in Veneto oltre 69mila pazienti si sono rivolti ai servizi sanitari per demenza e Alzheimer, ma i casi stimati superano quota 78mila. Al Forum Scientifico di Mestre l’assessore Manuela Lanzarin ha presentato il Piano Triennale 2025-2027

Veneto, quasi 70mila persone con demenza: presentato il nuovo Piano 2025-2027
Veneto, quasi 70mila persone con demenza: presentato il nuovo Piano 2025-2027

Nel 2024 in Veneto quasi 70 mila persone con demenza si sono rivolte ai servizi sanitari, ma gli esperti sottolineano che il dato è probabilmente sottostimato. Secondo l’Osservatorio demenze dell’Istituto Superiore di Sanità i casi prevalenti stimati nella regione superano le 78 mila unità. Colpite soprattutto le donne (68%) e nella quasi totalità (98%) persone con più di 65 anni. In aumento anche i casi di declino cognitivo ad esordio precoce.

La rete dei centri

Attualmente in Veneto sono attivi 37 Centri per il Declino Cognitivo e le Demenze (CDCD), con 55 ambulatori distribuiti sul territorio. Per le diagnosi più complesse il riferimento è il Centro Regionale per lo studio e la cura dell’invecchiamento cerebrale (CRIC).

Questi numeri sono stati al centro del quinto Forum Scientifico Veneto sulle demenze e l’Alzheimer, aperto oggi all’auditorium dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. L’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ha presentato il nuovo Piano triennale 2025-2027, che punta su un approccio multidisciplinare e integrato.

Le priorità del Veneto

«Oggi – ha spiegato l’assessore regionale Lanzarin – siamo di fronte a una patologia in crescita, che ha bisogno di set assistenziali di vario tipo. Il Piano Triennale 2025-2027 che presentiamo oggi va proprio in questa direzione. Nel Piano è inserito il fondamentale approccio multidisciplinare; con i centri per il decadimento che sono punti importanti, con le reti negli ospedali e sul territorio. Penso inoltre ai centri diurni dedicati e alle strutture residenziali dedicate, molto apprezzate per il diverso livello di assistenza che offrono. Grande rilievo diamo anche alla domiciliarità, per la quale abbiamo messo in campo un progetto di teleriabilitazione che riscuote successo. Non ci dobbiamo però occupare solo della persona – ha proseguito Lanzarin - ma anche della sua famiglia. Un’altra novità è che siamo al lavoro sul fronte dei nuovi farmaci e del rafforzamento dei Pdta. Il tutto per dare una risposta a 360 gradi, clinica, specializzata, multidisciplinare, collaborando con il prezioso apporto del volontariato e dei centri sollievo, perché c’è anche bisogno dell’approccio umano e sociale»

 

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