Veneto: in tre anni l’emigrazione dalla Regione è aumentata del 30 per cento, soprattutto fra i giovani. Tutti i dati

Sono quasi mezzo milione i veneti che risiedono stabilmente all’estero, la maggior parte hanno tra i 18 e i 49 anni e il loro numero è in continua crescita. I dati del rapporto Migrantes 2020, scorporati per provincia e per comune 
Silhouettes of tourists with their luggage are seen outside the train station in Venice, northern Italy, on November 11, 2016. / AFP / MARCO BERTORELLO (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
Silhouettes of tourists with their luggage are seen outside the train station in Venice, northern Italy, on November 11, 2016. / AFP / MARCO BERTORELLO (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Da terra di immigrazione a terra di emigrazione. È una diaspora silenziosa quella fotografata dal rapporto Migrantes sugli Italiani del mondo, l’istantanea di una terra che non riesce più da tempo a tenersi stretti i suoi talenti, dare speranza ai propri lavoratori, puntare sulle pari pari opportunità per tutti. Evidenze che lasciano spesso una sola alternativa: chiudere la porta di casa e cercare fortuna fuori dal Belpaese. Una emorragia silenziosa che ha coinvolto dal 2006 quasi due milioni e mezzo di italiani (i nostri connazionali all’estero sono oggi 5.5 milioni) con un aumento percentuale vertiginosi pari al +76.6%. 

Un fenomeno trasversale a tutta Italia ma che, specialmente se si guarda alle variazioni percentuali degli ultimi tre anni (2017-2020), interessa in particolar modo il Veneto. L’aumento delle iscrizioni al Registro dei residenti esteri è salito +30%, una percentuale inferiore solo alla Valle D’Aosta (+43%). Un fenomeno che interessa tutto il Nord Italia, ma che in regione sembra essere ben radicato in questi ultimi anni. Sono rispettivamente 224.065 le donne e 232.854 gli uomini che hanno scelto di lasciare stabilmente la Regione; quasi mezzo milione, l’8,5% di tutti gli italiani iscritti all’Aire. Parliamo prevalentemente di giovani adulti con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (22%) e tra i 34 e il 49 anni (23,4 %). Quasi il 50% dei nostri connazionali all’estero è quindi nell’età migliore per contribuire al progresso civile e produttivo. Una media consistente e preoccupante, ma inferiore a quella del resto di un Paese che vede una larghissima fetta di giovani tra i 18 e i 34 anni (più del 40%) costretti a lasciare lo Stivale per cercare fortuna altrove.

E il flusso, a livello nazionale, sembra aumentare specie per i giovani: segno di un Paese percepito dai più come stagnante e non in grado di fornire alternative valide di crescita umana e professionale. Nel 2020 i cittadini tra i 18 e i 34 anni che hanno deciso di lasciare stabilmente l’Italia sono aumentati del +40.9% rispetto all’anno precedente, gli adulti tra i 34 e i 49 anni del +23.9%. E malgrado la retorica sulla “fuga dei cervelli” l’esodo non riguarda solo laureati o giovani con alte specializzazioni. Perché,  se rispetto al 2006 la percentuale di chi si è spostato all’estero con titolo alto (laurea o dottorato) è cresciuta del +193,3%, per chi lo ha fatto con in tasca un diploma l’aumento è stato di ben 100 punti decimali in più (+292,5%), segno di un Paese che fa sempre più fatica da un lato a valorizzare i talenti e le eccellenze, dall’altro a fornire professioni, opportunità e salari dignitosi a tutti. 
 
Una dinamica che tocca anche una realtà industriale come il Veneto e che getta ombre su quella che sarà la transizione post-Covid. 
 
 
Sono Venezia e Padova le città con la più alta quota di popolazione che risiede all’estero in regione; con percentuali del 6.6% e del 6.3%, le due città si inseriscono tra i primi venti comuni italiani (con popolazione superiore ai 100,000 abitanti) per iscritti all’Aire. Ma è la provincia di Belluno, in proporzione, ad avere la quantità di persone che vivono stabilmente fuori dai confini nazionali. Frutto molto probabilmente di un retaggio storico che ha visto spopolarsi molti borghi di montagna, fenomeno che interessa anche il trevigiano che vede comuni che sono entrati nei libri di storia come Vittorio Veneto e Castelfranco Veneto con percentuali ormai altissime di residenti all’estero. 
 
 
Del resto è un paese del bellunese, Sovenzene a far registare il record di residenti all’estero: circa il 239,7% del piccolo paese risiede all’estero, seguono altri comuni dell’area come Arsié e Lamon. Ma dove risiedono i veneti nel mondo?
 
 
I dati ricalcano in larga parte il quadro della nostra immigrazione storica con Brasile e Argentina e Svizzera come mete d’elezione dei veneti all’estero, ma il trend sembra cambiare rapidamente. A livello nazionale, dal 2006, si riscontra infatti il boom di nuove mete per i nostri connazionali molto diverse da quelle che avevano caratterizzato il ‘900. In particolare aumentano di molto gli afflussi verso Malta (+632,8%), Portogallo (+399,4%), Irlanda (+332,1%), Norvegia (+277,9%) e Finlandia (+206,2%). Una dinamica in parte intuibile anche nel totale degli iscritti all’Aire della regione: più di 13 mila veneti hanno infatti la residenza stabile in Spagna. I flussi tendono a seguire le opportunità e le occasioni disegnate dal nuovo mondo globalizzato: un universo che è in continua mutazione e che rende inutilizzabile carte e rotte di appena una manciata di anni fa. 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

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