Stagionali in Veneto, 147 mila assunzioni previste tra maggio e luglio: i dati

Nel Veneto 51.520 lavoratori ricercati a maggio e 147.270 entro luglio. Turismo, commercio e servizi i settori più attivi. Difficoltà nel reperire personale

Nicola Brillo
La prima giornata di apertura di Caribe Bay
La prima giornata di apertura di Caribe Bay

Sono stati 51.520 i lavoratori ricercati dalle imprese a maggio in Veneto (con uno su due difficilmente reperibile) e 147. 270 quelli richiesti per il trimestre maggio-luglio. A delineare lo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Le imprese private chiedono più manodopera, con ogni tipo di contratto, rispetto allo scorso anno: a maggio la crescita è di 2. 850 posizioni rispetto al 2024, mentre registra 4.670 posti in più rispetto allo stesso trimestre del 2024.

Delle oltre 147mila entrate previste le imprese che richiedono più personale sono quelle classificate “altri servizi” (ovvero trasporto e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione, agenzie di viaggio) con il 27,5% delle offerte, poi manifattura (23,6%), turismo (20,7%), commercio (19, 1%) e costruzioni (9,1%).

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Se guardiamo ai titoli di studio più richiesti (la tabella a fianco), le professioni con la scuola dell’obbligo sono oltre 30mila, poi a livello universitario si cerca indirizzo economico (4.670), insegnamento e formazione (1690), ingegneria industriale (1.280) e indirizzo sanitario e paramedico (860). Per i tecnici sono richiesti: meccatronica (1.020), servizi alle imprese (240) e turismo ed enogastronomia (230).

Tra la formazione secondaria si cerca indirizzo amministrativo (10.490), turismo ed enogastronomia (5.630), meccanica e meccatronica (3620), trasporti e logistica (2940). Nella qualifica professionale al primo posto ristorazione (15.770), meccanico (8.110), logistica (7.660) e promozione ed accoglienza (5.950).

Turismo 

«La situazione rispetto a due anni fa è leggermente migliorata, però siamo comunque sotto organico rispetto al fabbisogno richiesto dalle nostre attività – spiega Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto –. Si sommano diversi fattori: difficoltà degli ingressi, calo demografico, giovani meno disposti a lavorare nel weekend. Stimiamo una richiesta di personale paragonabile a quella dello scorso anno. (circa 60 mila). Se vogliamo attrarre capitale umano di qualità dobbiamo migliorare la situazione e puntare su temi come welfare e orario di lavoro».

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Intanto è partita la stagione estiva del turismo veneto: durante il ponte del 2 giugno, si registra il quasi sold out lungo la costa veneta. Venezia sconta il calo dei turisti americani, a seguito delle preoccupazioni dei dazi. Bene la montagna bellunese, con il traino delle Olimpiadi ancora da disputare. Federalberghi Veneto chiede a governo e Regione un intervento concreto per aiutare le aziende del settore a trovare manodopera. «Serve un piano industriale per attrarre capitale umano: dobbiamo concentrarci sul tema dell’accoglienza, logistica e foresterie – aggiunge Schiavon .

Ma c’è un problema di natura fiscale di classificazione delle foresterie: questi alloggi sono tenuti a rispettare i medesimi standard della classificazione alberghiera, e quindi con l’obbligo di servizi, come piscine, colazioni, portierato notturno, questi sono servizi che non necessitano a chi viene per lavorare, ma costano. L’altro tema è fiscale. Gli imprenditori che fanno questo tipo di investimento non possono scaricare il costo».

Commercio

Il commercio è uno dei settori in Veneto cui manca il cambio generazione. La Confcommercio ha lanciato l’allarme per la mancanza di manodopera qualificata che rischia di rallentare la crescita di questi settori e di compromettere l’andamento del Prodotto Interno Lordo.

Il settore del commercio si trova a dover fronteggiare una carenza di figure chiave, come commessi specializzati (nel settore moda e abbigliamento) e lavoratori con competenze specifiche nell’ambito alimentare e ristorazione.

Agricoltura

«Ci attendiamo numeri simili al 2024 – dichiara Giacomo Beltrame di Coldiretti Verona e presidente Agribi –. Le quote dei flussi di ingresso non sono sufficienti a coprire il fabbisogno, a oggi le quote risultano esaurite e arrivano a coprire solo le richieste inviate entro fine marzo. Non è semplice dire quante ne servano ancora, ci sarà un’atra assegnazione sulla base di una nuova ripartizione».

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