Zaia e il pranzo con i governatori che riaccende il dibattito sulla Lega del Nord

Il presidente del Veneto al ristorante con Fontana, Fedriga e Fugatti: «Grazie della visita ragazzi, ad maiora!». Zaia insiste su un progetto che riecheggia il modello tedesco Csu-Cdu

Rocco Currado
I governatori Maurizio Fugatti (Provincia di Trento), Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia)
I governatori Maurizio Fugatti (Provincia di Trento), Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia)

Due fotografie che parlano da sole. Ritraggono il presidente del Veneto, Luca Zaia, seduto al tavolo del ristorante Aki di Mestre insieme ai colleghi leghisti Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Maurizio Fugatti (Provincia di Trento).

L’incontro, avvenuto due giorni fa a ridosso delle elezioni regionali, è stato reso noto dallo stesso Zaia tramite un post sui social, accompagnato da poche parole: «Grazie della visita ragazzi, ad maiora!».

Tanto è bastato per riaccendere un dibattito che nella Lega cova da mesi. Perché se quell’incontro è servito a dare una mano al governatore uscente in piena campagna elettorale - Zaia corre per entrare in consiglio regionale e le preferenze che riuscirà a ottenere determineranno anche il suo peso politico personale - è evidente che attorno a quel tavolo sedevano i principali rappresentanti della “Lega del Nord”. Una componente del partito che da tempo chiede a Matteo Salvini più spazio politico e un ruolo più centrale.

Da mesi, Zaia insiste su un progetto che riecheggia il modello tedesco Csu-Cdu: una “Lega confederale”, con una formazione del Nord e una nazionale (o del Sud), coordinate ma autonome.

«Siamo il Paese dei campanili, delle tante identità», ha ricordato il governatore poche settimane fa, convinto che «anche i partiti debbano essere federalisti».

L’idea potrebbe essere quella di un partito del Nord - incentrato su autonomia, federalismo fiscale e identità territoriali, e di cui lo stesso Zaia potrebbe essere il leader politico - affiancato da una Lega nazionale (o del Sud).

Tutto però passa dal voto di domenica e lunedì in Veneto. Zaia, candidato consigliere, punta a superare quota centomila preferenze per misurare il suo peso interno, anche se secondo fonti del partito la cifra potrebbe essere inferiore alle previsioni. Il risultato sarà comunque decisivo anche per definire il suo futuro politico.

Un futuro di cui ha parlato anche Matteo Salvini, con un mezzo sgambetto al presidente: la proposta di candidarlo alle suppletive della Camera, nel seggio che si libererebbe con l’elezione di Alberto Stefani a governatore del Veneto. Pressioni che molti leggono come un tentativo di normalizzare il doge, spingendolo verso un ruolo parlamentare meno incisivo.

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