Vermi nel letto dell’anziano, nuova tempesta sulle coop

Un video documenta scene raccapriccianti tra gli ospiti disabili ricoverati al San Camillo. A gestire l’assistenza nell’istituto dell’Ipab è la padovana Bramasole del gruppo Lando
san Camillo 05-10-15
san Camillo 05-10-15

VICENZA. «La nostra mission è quella di perseguire la promozione umana, il benessere e l'integrazione sociale delle persone», proclama il sito della cooperativa Bramasole. Chissà che ne pensano gli anziani ricoverati nei reparti del San Camillo, un istituto vicentino di tre piani di proprietà dell'Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficienza) della città. Dove un video amatoriale diffuso dal “Giornale di Vicenza” documenta scene raccapriccianti: un letto lercio, la gamba bendata di un degente con piaghe da decubito sui talloni e i vermi - sì - che brulicano sulle lenzuola macchiate. Venti secondi di filmato - i fatti risalgono al 20 luglio scorso - un pugno allo stomaco. Responsabile dell'assistenza al centinaio di anziani accolti (e in buona parte non autosufficienti) è, appunto, la Bramasole, che ha sede a Padova ed è presieduta dall'imprenditore Moreno Lando. Nel giugno 2014, la coop sociale - che ha sede a Padova - si è aggiudicata la gara d'appalto triennale da 6,4 milioni indetta dall'ex commissario dell'Ipab Francesco Giantedeschi, uomo di fiducia dell'assessore ai servizi sociali del tempo, Remo Sernagiotto.

La circostanza - determinata da un'offerta al massimo ribasso sul prezzo d'asta - suscitò immediatamente perplessità e proteste tra gli addetti ai lavori, al punto che i sindacati di base organizzarono un picchetto denunciando l'insufficienza del personale previsto mentre i familiari dei ricoverati - di lì a poco - iniziarono a lamentare carenze gestionali, sia sul piano della pulizia che sul versante dei servizi alla persona. Una situazione che nel settembre scorso - quando al commissario subentrò l’attuale presidente Giovanni Giuliari, nominato dal sindaco Achille Variati - spinse il capogruppo del Pd locale, Giacomo Possamai, a denunciare «i danni provocati dalla discutibile gestione di Giantedeschi, tacciabile, nella migliore delle ipotesi, di omessa vigilanza». Lo stesso consiglio d’amministrazione diffidò la cooperativa, contestandole un centinaio di inadempienze.

Colpisce, nella vicenda, il refrain di personaggi già chiamati in causa nella bufera che investì le cooperative quest’estate, simboleggiata dal caso Ca’ della Robinia, a Nervesa della Battaglia, dove i 3,4 milioni di contributi stanziati dalla Regione per allestire una fattoria didattica e garantire lavoro ai disabili, furono dirottati per acquistare una discoteca in disuso, ristrutturarla e affittarla a una birreria; a presiedere la coop in questione, l’imprenditrice Bruna Milanese, legata a Sernagiotto da rapporti d’amicizia. Tant’è. Nell’indagine amministrativa che ne seguì (parallela all’inchiesta penale) finirono sotto il riflettore anche due cooperative del gruppo Lando, Ipas e Athena, destinatarie di ingenti contributi regionali, poi parzialmente revocati per il mancato conseguimento degli obiettivi concordati. Lando, en passantt, è socio di Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità nella precedente legislatura regionale; già capogruppo di Forza Italia, ora il padovano è approdato alla corte di Flavio Tosi.

E la Regione? «Ho visto il video, che trovo terrificante, sono scene inaccettabili,indegne di un Paese civile», commenta il governatore veneto Luca Zaia; e fa sapere di aver disposto «un’ispezione urgente per trovare conferma di quanto visto e letto». Zaia si dice «particolarmente amareggiato e adirato» e promette di non limitarsi allo sdegno verbale: «Quando non si tutela e rispetta la dignità di un malato, di un anziano, di una persona fragile e allettata, non c’è più nulla da salvare. Non so cosa dicano legge e burocrazie e non mi interessa saperlo. Se l’ispezione confermerà i fatti pubblicati, avvierò immediatamente le procedure per il commissariamento dell’Ipab. Si sappia da subito che non cerco né mi interessano giustificazioni. Qualora arrivi la piena conferma del tutto, di fronte a dei vermi che lambiscono le ferite di un anziano allettato non ci sono se e ma. Bisogna mandare tutti a casa. E sarò io a provvedere».

Nel concreto, gli ispettori inviati dal direttore generale dell’Area sanità e sociale di Palazzo Balbi, Domenico Mantoan, hanno già effettuato un sopralluogo al San Camillo, accertando anzitutto che la scena filmata risale al 20 luglio scorso. Oggi le criticità del video sembrerebbero superate ma la guardia resta alta: all’Ulss di Vicenza è stato chiesto di intensificare il controllo sulla situazione degli ospiti - segnalando eventuali violazioni passibili di una revoca dell’appalto - mentre è in corso l’accertamento delle responsabilità specifiche dei fatti documentati.

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