Runner morta nel sonno, indagine per omicidio colposo
Lunedì 17 novembre la sostituta procuratrice Silvia Facciotti conferirà alla dottoressa Donata Favretto, professoressa associata in tossicologia forense dell'Università di Padova, l'incarico di effettuare accertamenti tecnici irripetibili tossicologici

Falso e omicidio colposo in concorso. Sono due le ipotesi di reato, entrambe a carico di ignoti, contenute nel fascicolo aperto dalla Procura di Verona sulla morte della maratoneta trentanovenne Anna Zilio, trovata senza vita nel suo letto un mese fa. Lunedì 17 la sostituta procuratrice Silvia Facciotti conferirà alla dottoressa Donata Favretto, professoressa associata in tossicologia forense dell'Università di Padova, l'incarico di effettuare accertamenti tecnici irripetibili tossicologici.
In altri termini, si cercano nel sangue prelevato dal corpo della donna durante l'autopsia eventuali sostanze che possano averne causato - o contribuito a causare - la morte. Se vi fosse un esito positivo, sarebbe da capire come l'eventuale sostanza possa essere entrata nella disponibilità di Zilio, in pratica chi gliel'abbia prescritta o comunque procurata.
Per quanto riguarda la prima ipotesi di reato, quella di falso, il riferimento è ai certificati medici per l'attività agonistica. L'ultimo valido risale al 2021, mentre quelli ottenuti nei due anni successivi sarebbero falsi tant'è che il medico la cui firma era apposta ai documenti non li ha riconosciuti come prodotti da lui. Non si trova poi l'ultimo certificato, quello con scadenza a fine 2025 (e che quindi avrebbe dovuto essere stato ottenuto sul finire del 2024).
Eppure quest'anno Zilio ha partecipato a diverse gare in Italia, dove il certificato per l'attività agonistica è obbligatorio.
Questo può succedere perché il controllo del certificato è demandato alle società sportive, che caricano sulla piattaforma Fidal (la federazione di atletica leggera) solo la data di scadenza del documento, che poi viene modificata tutti gli anni.
Per risultare in regola, quindi, basta che sulla piattaforma risulti una data di scadenza successiva a quella della competizione. Zilio era segretaria di Team Km Sport, la società con cui correva e avrebbe potuto accedere alla piattaforma su cui cambiare le date. Si cerca di approfondire anche le circostanze in cui si sia venuto a creare lo stop di alcuni mesi nel 2021, cioè perché Zilio sia stata prima fermata per un problema cardiaco e poi dichiarata nuovamente idonea.
Ad attendere l'esito delle indagini c'è una famiglia "travolta da un dolore indicibile" e "fortemente preoccupata per l'inchiesta che si sta conducendo, che ovviamente impone di riaprire quella ferita quasi quotidianamente", spiega il legale Marco Pezzotti. Ma anche in attesa che "si faccia piena luce sulle circostanze che abbiano determinato o contribuito a determinare il decesso di Anna".
L'inchiesta veronese si svolge mentre a pochi chilometri la Procura di Vicenza indaga sulla morte di un secondo atleta della stessa società, Alberto Zordan, di 48 anni, trovato senza vita nella sua casa di Sovizzo la notte tra l'1 e il 2 novembre. Il decesso di due compagni di squadra a poche settimane di distanza aveva aperto la porta a molti interrogativi. Ma i due non si conoscevano e avevano allenatori e medici diversi. I certificati di Zordan erano in regola. Un elemento in comune, però, c'è: in entrambi i casi, una famiglia che chiede di sapere cosa sia successo. (ANSA).
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








