Zaia, "Asl Padova, nessun problema con Flor, se se ne va avrà altri progetti"
Il presidente della giunta regionale respinge le polemiche scatenate dalla "bocciatura" dell'Azienda ospedaliera di Padova da parte delle commissioni regionali di valutazione

MARGHERA. Il punto sui contagi ma anche sul trasporto pubblico locale, che sta mostrando tutta la sua inadeguatezza in momento di ripartenza ma soprattutto la polemica su Luciano Flor, il direttore della Azienda ospedaliera di Padova, quella cioè che comprende le cliniche universitarie), che si è visto "massacrato" nella valutazione del proprio operato (su cui è in ballo un premio annuale di risultato) basata sui alcuni criteri obiettivi (tempi attesa visite, ecc) che vengono elaborati tramite griglie di valutazione e punteggio finale
Risultato: l'Azienda ospedaliera di Padova, quella che ha "fatto la differenza" nella lotta al Covid 19, si trova ultima in classifica. Una cosa quasi ovvia con gli attuali sistemi di valutazione (un'azienda ospedaliera universitaria non ha i 20 punti dati dale conferenze dei sindaci dei Comuni che compongono il territorio dell'Asl) e sui cui però nessuno ha messo mano.
Flor l'aveva presa malissimo e in un'intervista al nostro giornale era sbottato:«È un avviso di sfratto e sono pronto ad andarmene in qualunque momento. Evidentemente non sono gradito». Secondo Flor sul suo operato "peserebbe" la scarsa simpatia con "l'Andreotti" della sanità veneta, il direttore generale regionale dell'area sanità, Domenico Mantoan, l'uomo cioè che aveva contestato al virologo Andrea Crisanti (e anche a Flor) l'uso dei tamponi sugli asintomatici, minacciando di denunciare entrambi.
Sulla questione spinosa della “bocciatura” dell’azienda ospedaliera di Padova da parte della Regione Zaia, ha percepito il passo falso ed è partito in una strenua difesa del suo operato.
Un'azione che sembrerebbe criticare Flor ma che in realtà, a ben vedere è una sua difesa.
Zaia ha parlato di “tre livelli umano, burocratico e manageriale”. “Il dottor Flor non ha alcun avviso di sfratto, io non chiedo a qualcuno di andare via usando le tabelline. Io considero Flor tra i migliori direttori che io abbia conosciuto. Nessuna frizione, ma stia al suo posto. L’aspetto burocratico: è un obbligo di legge, che prevede le commissioni che si basa su parametri. Se noi intervenissimo sarebbe un reato. C’è una griglia con parametri e relativo punteggio, che serve a stabilire quanto sarà il premio. E’ la griglia del 2018. Vedo all’ultimo posto sempre le due aziende ospedaliere universitarie di Padova e Verona. Capisco che ci sia un vulnus, ad esempio a livello di tempi di attesa, perché i luminari hanno tempi biblici rispetto a un chirurgo di provincia”.
Poi l’aspetto manageriale. “Io ho detto al dottor Flor che mi scriva due righe per contestare la griglie, non ho visto niente. L’azienda opedaliera di Padova non viene giudicata. La Regione sta giudicando i suoi manager, i manager risponsano. Probabilmente la griglia non tiene conto delle peculiarità dell’azienda ospedaliera. Ma basta dirlo. Flor merita di essere tra i primi, ma questo è un particolare della premialità dello stipendio. Ricordo che io per anni non ho dato premi ai direttori generali. Se Flor vuole creare un caso lo faccia. Ma per me è un fulmine a ciel sereno”.
Ci sono le condizioni perché Flor venga rimosso? “No, i manager li ho scelti io e confermati. Se va via è perché sceglie lui di andar via, perché io non voglio che vada via. Se lui ha altri progetti lo dica, ma non si dica che io lo caccio, perché non è così. Io con lui parlo quasi tutti i giorni ed è l'unico".
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